L’inflazione è un’alleata o una nemica per le assicurazioni vita? Come molti interrogativi economici, la risposta dipende molto dal punto di vista di chi pone la domanda. Uno di questi è quello degli investitori che hanno già puntato su questo strumento di pianificazione, che in questo momento si stanno chiedendo se convenga o meno mantenere contratti sottoscritti in tempi assai diversi – quando l’inflazione e i tassi erano decisamente più bassi.
Ci si riferisce, in particolare, alle polizze vita di ramo I: contratti che prevedono la protezione del capitale e, in alcuni casi, un rendimento programmato stabilito in sede contrattuale. Lo scopo del contratto è quello di garantire il trasferimento della ricchezza agli eredi, ma in alcuni casi viene percepito più semplicemente come un investimento a basso rischio che può essere confrontato con l’acquisto di titoli di Stato.
Nel 2022 i rendimenti nominali dei titoli di Stato sono tornati su livelli che non si vedevano da diverso tempo e la loro attrattiva, lo testimoniano anche semplici le ricerche su Google del termine ‘Btp’, è ai massimi livelli da parte dei piccoli risparmiatori.
Il quesito, a quel punto suona un po’ così: vale la pena mantenere in portafoglio un capitale immobilizzato che ha un rendimento nominale basso o nullo, quando là fuori c’è un’alternativa che offre decisamente di più? Le compagnie assicurative sono pienamente consapevoli della sfida che l’attuale congiuntura finanziaria pone loro, con richieste di riscatto che in alcuni casi costringerebbero le assicurazioni a liquidare i titoli obbligazionari sottostanti alle polizze – e a farlo in grave perdita (poiché, nel frattempo i tassi sono saliti).
Su questo tema era intervenuto lo scorso 8 febbraio il professor Riccardo Cesari, consigliere dell’Ivass, l’Autorità di vigilanza sul settore. In questa fase, aveva affermato, la “possibilità di estinzione anticipata (surrender option) dei contratti Vita”, rappresenta “un fattore di incertezza”, a causa della “presenza di un asset percepito come risk free [privo di rischio] con rendimenti che oggi, dopo una lunga latitanza, risultano decisamente positivi (almeno in termini nominali) può rappresentare un temibile concorrente per le gestioni di Ramo I”. Il riferimento è ai Btp, tanto amati dalle famiglie italiane.
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Adeguare le somme assicurate all’inflazione?
Un secondo argomento che riguarda da vicino il rapporto fra assicurazione e aumento dei prezzi riguarda le somme assicurate nei contratti di cosiddetto puro rischio. Ad esempio, le polizze vita temporanee caso morte (Tcm), nel quale il premio periodico è commisurato a un capitale che viene assegnato agli eredi in caso di decesso dell’assicurato entro una certa data. Se l’inflazione dovesse rimanere strutturalmente più elevata, potrebbe essere opportuno rivedere al rialzo anche il capitale assicurato nella Tcm. Come si stanno muovendo su questi temi le compagnie?
“In generale, sia per i contratti vita che per i danni, la nostra politica non è mai stata quella di utilizzare meccanismi automatici, quando previsti dal prodotto, di rivalutazione delle prestazioni”, ha dichiarato a We Wealth Leonardo Assicurazioni Società Benefit, “preferiamo, attraverso gli incontri di monitoraggio, verificare costantemente il livello di adeguatezza delle somme assicurate alle esigenze assicurative, perché sono molte le variabili, al di là dell’inflazione, che possono rendere necessario un adeguamento: una variazione nella struttura familiare, una evoluzione del patrimonio o una modifica del reddito, tanto per fare degli esempi”.
Insomma, l’inflazione da sola potrebbe non essere l’unico elemento da considerare in questo genere di correzioni in itinere. Il tema comunque, è entrato nelle discussioni comuni e ricorrenti anche dei consulenti assicurativi: “In questo inizio anno abbiamo messo il tema dell’indicizzazione delle somme assicurate tra quelli in agenda per gli incontri con la clientela, perché chiaramente una svalutazione di oltre il 10% delle somme assicurate potrebbe rappresentare un elemento di criticità al momento della liquidazione di un sinistro”, ha proseguito Leonardo Assicurazioni.
Naturalmente, per alcuni beni assicurati da polizze danni il tema dell’inflazione è stato penalizzante soprattutto per le compagnie che hanno dovuto rimborsare danni superiori al previsto. I premi stanno aumentando? “Al momento l’adeguamento premi è stato molto limitato, in una misura largamente inferiore all’inflazione, in ogni caso è un aspetto che a livello di agenzia viene comunicato, ma è gestito direttamente della compagnia”.