Non si tratta dell’unica opera che esprime maniacalità nella documentazione del passare del tempo. Nello stesso solco infatti si colloca Date painting, 23 gennaio 1999, di On Kawara, «realizzata come sempre con quattro strati di colore sulla tela e nessuna mascherina per scrivere la data. L’ultimo passaggio è ottenuto con pennello superfine, in modo da dare spessore alla pittura» L’opera in asta è piccolina, ma possono arrivare a una larghezza di 2,26 metri. Jan.23.1991, from “Today” series no. 1 ha raddoppiato la sua stima, essendo stata venduta a 532.800 euro / 649.771 dollari. Un incremento di valore non indifferente, tenendo conto che alla sua ultima comoparsa in un’asta italiana (una decina di anni fa) un lavoro di On Kawara realizzò 180.750 euro, sempre da Sotheby’s. Sulla medesima linea d’onda di riflessione sul tempo, Peter Dreher
Sempre di Fontana, una splendida crocifissione in oro del 1958 con intervento a lustro. Tecnica questa che conferisce all’oggetto opalescenze e rifrangenze quasi metalliche sulla smaltatura. Anche se non si direbbe, «è una tecnica antichissima, risalente almeno all’VIII secolo avanti Cristo. Comporta l’inclusione di particelle metalliche – come ad esempio il bismuto – negli smalti prima della cottura», precisa Marta Giani.
Importante la presenza di alcune ceramiche di Fausto Melotti (che per molto tempo hanno avuto prezzi molto abbordabili, e soprattutto del neo-acclamato Leoncillo. Ce ne aveva parlato il nostro Matteo Lampertico), il cui San Sebastiano bianco del 1962 è simile a quello esposto al Macro, anch’esso del 1962. Ma «questo ha un movimento leggermente orizzontale rispetto all’altro», prosegue la responsabile d’asta. Per la cronaca, il San Sebastiano di Leoncillo ha quasi triplicato la stima bassa iniziale, incamerando 569.100 euro / 694.040 dollari.
Un movimento verso cui si dirigono sempre più gli occhi dei collezionisti è quello della scuola di Piazza del Popolo, rappresentata in asta da un Tano Festa del 1965, un Franco Angeli del 1970, uno Schifano del 1967 (Tutte Stelle). Il quadro «riprende una tematica molto cara all’artista, la decorazione delle confezioni dei Baci Perugina. Da segnalare il plexiglass in condizioni perfette», prosegue la Giani. L’opera è poi passata di mano per 363.400 euro / 443.181 euro, raddoppiando la stima bassa iniziale. Il mercato desidera molto questo tipo di opere «perché negli anni ’60 soprattutto la loro ricerca era fresca e molto prolifica».
È volata via per oltre un milione di euro una ricercatissima tela di Giorgio Morandi del 1942. «Di queste nature morte con brocca rossa e manico bianco ne esistono solo dodici. Hanno una cromaticità interessante perché non del tutto usuale in Morandi», rileva Marta Giani. Pino Pascali, con il suo irresistibile Baco da setola del 1968 ottiene 239.400 euro / 291.958 dollari, quintuplicando la stima minima e realizzando il record per un’opera di questa serie.
Fra le star della vendita impossibile non citare Villalta di Afro. Proveniente da una collezione di una famiglia milanese che lo acquistò in una mostra del 1968 alla galleria Toninelli di Milano. L’opera ha realizzato 671.951 euro. Il raro dipinto è paragonabile alle opere appartenute a Stanley J. Seeger, noto collezionista statunitense, il quale acquistò molti dipinti dell’artista nei primi anni ’60, lanciandolo sulla scena del collezionismo internazionale.
Nel terminare il percorso, Domenico Filipponi ricorda che «l’ingresso di nuovi collezionisti nel mercato spesso può essere facilitato puntando su tecniche meno riconosciute di artisti noti». Il riferimento è alla deliziosa carta di Alberto Burri, Pagina, presente in asta. «L’opera riflette tutta l’attenzione dell’artista ai materiali e alle tecniche: il collage, il tessuto, la combustione, il vinavil. Indubbiamente un Burri, ma in una scala più intima e accessibile». Un fortunato collezionista se lo è portato a casa per 85.680 euro.
Da segnalare anche i 22.680 euro / 27.659 dollari pagati da una fondazione per una stampa in gelatina d’argento di Marina Abramovi? e Ulay, Interruption in Space (1978), tre volte la sua stima massima.
L’asta ha totalizzato 10.231.410 euro (12.477.614 dollari), superando nettamente la sua stima iniziale di 6.942.000 euro (9.710.000 dollari. Un successo che consolida la posizione della piazza milanese, la seconda migliore asta online di arte contemporanea di Sotheby’s Milano. Il tasso del venduto è stato dell’87%, con il 68,5% dei lotti venduti a prezzi superiori alle loro stime massime. Si sono collegati alla vendita clienti da 22 paesi diversi (nell’asta precedente erano 13), con una forte partecipazione dall’Asia.