Wall Street ha reagito in modo ondivago ai risultati trimestrali riportati venerdì da quattro fra le maggiori istituzioni finanziarie del Paese. Hanno potuto sorridere gli azionisti di JPMorgan, che in apertura ha visto un rialzo superiore al 2,7%, poi in parte ridimensionato nel corso della giornata; avvio positivo anche per Wells Fargo, anche se il balzo in apertura superiore al 3% è rientrato su un territorio più moderato. Accoglienza negativa, invece, per i conti di Citigroup e BlackRock, le cui azioni sono arrivate a cedere oltre il 2 e l’1,8%
Ad aver influenzato le mosse degli investitori sono state soprattutto le attese sui prossimi mesi espresse dalle rispettive società. Per il ceo di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, “l’economia americana continua ad essere resistente” anche se le famiglie stanno iniziando ad attingere alle proprie riserve. Il numero uno di Wells Fargo, Charlie Scharf, pur sottolineando l’andamento migliore del previsto per l’economia, ha sollecitato l’attenzione sul suo futuro rallentamento.
Secondo Dimon, la lotta contro l’inflazione resta ancora da vincere e, contrariamente alle attese predominanti, ha avvertito che i tassi sui fondi federali potrebbero salire dal 5,25% fino a portarsi al 6 o 7%: circa un punto e mezzo un più rispetto a quanto attualmente implicito nelle scommesse dei trader.
Per il ceo di BlackRock, Larry Fink, l’aumento dei rendimenti sull’obbligazionario incoraggerà una decisa migrazione verso i prodotti d’investimento a reddito fisso: l’80% del comparto, ha dichiarato, “rende ora oltre il 4%, è un cambio importante nella storia, quello che chiamiamo un’opportunità che capita una volta per ogni generazione”
JPMorgan Chase
La banca guidata da Jamie Dimon ha incrementato i suoi utili del 67% nel secondo trimestre, a 14,47 miliardi di dollari, pari a 4,75 dollari per azione (4,37 escludendo le poste non ricorrenti) nettamente al di sopra i 4 dollari previsti dagli analisti. I ricavi sono stati pari a 42,4 miliardi di dollari contro i 38, 96 miliardi stimati.
Il margine d’interesse si è attestato a 21,9 miliardi di dollari, in aumento del 44% (escludendo la vantaggiosa acquisizione di First Republic 38%). La previsione sul margine d’interesse netto per l’intero anno è di 87 miliardi, nettamente al di sopra degli 83,37 miliardi attesi dagli analisti monitorati da Refinitiv Ibes.
Mentre l’investment banking ha segnato un +11% rispetto allo scorso anno, con ricavi per 1,5 miliardi, le entrate derivanti dal trading di azioni e bond si sono contratte del 10%.
BlackRock
Il più grande asset manager globale ha visto una contrazione dei ricavi dell’1,4% nel secondo trimestre, a 4,4 miliardi di dollari, attribuito dalla società ai movimenti del mercato osservati negli ultimi 12 mesi e il relativo impatto sugli asset in gestione. Questi ultimi sono saliti a 9.400 miliardi di dollari, dagli 8.500 dell’anno precedente, ma in calo di circa 300 miliardi rispetto alla fine del primo trimestre del 2023. Gli afflussi netti sono stati pari a 80 miliardi di dollari, in rallentamento rispetto agli 89,6 miliardi di un anno fa. Gli utili rettificati di BlackRock hanno superato le attese attestandosi a 9,28 dollari per azione contro gli 8,46 dollari previsti dal consenso Refinitiv Ibes. Nonostante questo risultato, preoccupano di più le sorti future dei ricavi, con una reazione negativa sul titolo nella seduta di venerdì.
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Citigroup
Anche per Citigroup i risultati trimestrali superiori alle attese non hanno sortito effetti positivi sul titolo. I ricavi si sono ridotti dell’1% rispetto all’anno precedente, a 19,44 miliardi (contro i 19,29 previsti), mentre l’utile per azione è stato pari a 1,33 dollari (contro 1,30), secondo la ceo Jane Fraser il contesto rimane “sfidante”. L’utile netto di Citigroup è sceso del 36% a 2,9 miliardi di dollari a causa degli aumenti nelle spese, dall’alto costo del credito e da minori entrate.
“I ricavi dei mercati sono diminuiti rispetto all’ottimo secondo trimestre dell’anno scorso, in quanto i clienti si sono tenuti in disparte a partire da aprile, mentre il limite del debito degli Stati Uniti era in corso”, ha dichiarato Fraser, “nel settore bancario, la tanto attesa ripresa dell’Investment Banking non si è ancora concretizzata, rendendo il trimestre deludente”.
E’ andata meglio al personal banking e al wealth management, che aumentato del 6% nel trimestre, raggiungendo i 6,4 miliardi di dollari, grazie alla forte crescita dei prestiti.
I conti del secondo trimestre delle altre big bank americane sono previsti il prossimo 18 luglio, con Bank of America e Morgan Stanley, mentre il 19 luglio sarà il turno di Goldman Sachs.