- chi causa la Pandemia è stato toccato finanziariamente avendo ridotto o addirittura azzerato le entrate,
- chi, avendo mantenuto inalterato il suo tenore di vita, è riuscito anche ad aumentare i propri risparmi diminuendo, ad esempio, i consumi.
Il non aver pianificato adeguatamente, ha oggi portato al fatto che :
- quasi un terzo delle famiglie italiane non sia in grado di fronteggiare spese inattese;
- chi è riuscito ad accumulare anche durante la Pandemia ed ha deciso di affidarsi ad un consulente, ha vissuto il tutto con più serenità.
E’ assodato ormai che più fai da te e/o meno riponi fiducia in un consulente finanziario e più la liquidità non viene impiegata così come dimostrano i 1.700 miliardi lasciati oggi sui conti correnti.
Ragionare con due teste, la propria e quella del consulente, a cui si è deciso di affidare i sacrifici di una vita, offre innanzitutto maggiore tranquillità e ci aiuta a rispondere più facilmente alla domanda che oggi in molti si pongono su “Come investire i 1700 miliardi lasciati sui conti correnti dagli italiani”.
Non è sicuramente un caso che chi investe i propri risparmi con la guida di un consulente tende a lasciare in liquidità una quota meno significativa del proprio patrimonio, dovendo perseguire i propri obiettivi di vita.
Inoltre la crisi innescata dalla pandemia contribuisce ad acuire le sfide legate ad alcuni cambiamenti strutturali delle economie avanzate come l’invecchiamento della popolazione e la digitalizzazione con effetti che saranno duraturi e non transitori.
La digitalizzazione dovrebbe portare ai risparmiatori nuove sfide e maggiori soluzioni evolute, efficienti e flessibili.
Saremo in grado di affrontarle senza un aiuto opportuno?
Ma quali potrebbero essere oggi i vantaggi di essere accompagnati da un consulente, in un mondo sempre più digitale?
Personalmente, se dovessi definire oggi il valore della consulenza finanziaria (cioè in pratica del mio lavoro), direi che possiamo condensarla in almeno 10 punti imprescindibili:
- risolvere problemi complessi a cui gli interlocutori tradizionali in ambito finanziario non sono in grado di poter dar loro risposte (l’esempio del passaggio di patrimonio tra generazioni);
- ottimizzare la costruzione del portafoglio in funzione del profilo di rischio del cliente;
- efficientare il patrimonio dal punto di vista fiscale e ribilanciare il portafoglio stesso;
- pianificare finanziariamente il proprio patrimonio per il conseguimento degli obiettivi finanziari di ogni singolo assistito come, ad esempio gestire la liquidità che, in particolari fasi di bisogno, potrebbe aiutare ad acquistare tempo;
- abituare ogni cliente al risparmio ed a considerare i comportamenti di spesa da tenere;
- far comprendere che più ci si indebita, meno si risparmia e meno si è in grado di poter costruire gli obiettivi futuri;
- fare un’attenta pianificazione previdenziale (considerando flussi, reddito, costi legati alla salute, assicurazioni e gestione dei rischi);
- valutare tutto quello che riguarda il trasferimento dei patrimoni;
- considerare la gestione ed il valore del patrimonio immobiliare;
- imparare a gestire il valore emotivo (la tranquillità e la serenità finanziaria, la fiducia nel consulente e nei mercati, il successo ed il senso di realizzazione degli obiettivi).
Tutto questo esprime per me oggi più che mai il valore della consulenza.
Avere un consulente con cui potersi relazionare significa avere chiaro per ogni cliente il senso della direzione da intraprendere, che altro non è che il metodo che ogni consulente utilizza ossia il prodotto rappresentativo della sua professionalità.