Il ritorno di Trump alla Casa Bianca e lo spettro di una crescente divergenza tra Stati Uniti ed Europa non solo nella gestione dell’inflazione aggiungono ulteriori elementi di incertezza a un contesto ricco di complessità. Ma dove ci sono sfide, ci sono opportunità, a patto di saperle cogliere, in particolare nei megatrend della tecnologia, della transizione energetica e della de-globalizzazione. È la new normality nella quale governi, aziende, investitori e gestori si trovano a giocare la propria partita. Ne abbiamo parlato con Sasha Evers, Head of Europe ex UK di BNY Investments, intervistato per i lettori di We Wealth a margine dell’annuale conferenza organizzata da BNY Investments per il mercato italiano.
Come è cambiata l’allocazione degli asset nei portafogli gestiti da BNY alla luce degli ultimi sviluppi economici, in particolare a seguito dell’elezione di Donald Trump? Su quali idee di investimento vi state concentrando o vi concentrerete nel 2025, e perché?
“La struttura del nostro gruppo ci ha permesso e ci permette di rispondere con prontezza e flessibilità al mutare del contesto. Nello specifico, in previsione della rielezione di Donald Trump, abbiamo aumentato leggermente l’esposizione alle azioni statunitensi e ridotto quella alle azioni europee ed emergenti. Sul fronte obbligazionario, siamo rimasti positivi sui titoli di Stato europei e più cauti sui Treasury Usa.
Queste scelte derivano dall’impatto atteso delle politiche di Trump, tra cui stimoli fiscali e deregolamentazione, che favoriscono la crescita e, di conseguenza, i mercati azionari. Tuttavia, le tariffe imposte da Trump sono inflazionistiche e non favorevoli alla crescita globale, anche se colpiscono meno gli Stati Uniti, data la dimensione del loro mercato interno.
Anche la lotta all’immigrazione illegale è inflazionistica, in quanto porterebbe a un rincaro dei salari, soprattutto nel settore dell’agricoltura”.
Quali prodotti e servizi offre BNY Investments ai suoi clienti istituzionali e retail? Quali sono i vostri punti di forza rispetto ai concorrenti? E, soprattutto, come si sta evolvendo la vostra strategia di distribuzione per mantenere il ritmo?
“Con i clienti istituzionali lavoriamo sia attraverso mandati, cosa che ci permette di personalizzare davvero le soluzioni che offriamo sia attraverso fondi.
Al momento, le strategie ricercate dai clienti istituzionali consistono in allocazioni sul reddito fisso quotato. Sebbene ci sia ancora interesse per i mercati privati, il confronto con gli asset quotati vede quest’ultimi in vantaggio. I bond high yield, ad esempio, offrono circa l’8%, non molto lontano da quanto propongono alcune soluzioni di private debt. In altre parole, rispetto al passato il mercato quotato compete oggi molto di più, e i clienti se ne sono accorti.
L’azionario vede invece un notevole interesse nei confronti della gestione passiva, in particolare per le strategie che investono nel tech. Gli investitori istituzionali hanno passività importanti e vogliono abbinarle a entrate nel lungo termine. Tuttavia, tramite le società di investimento affiliate, BNY Investments può offrire al segmento istituzionale la possibilità di combinare diversi stili per creare soluzioni altamente personalizzate, sempre con un approccio basato su forti convinzioni.
A livello retail ci sono due segmenti dominanti. In primis le partnership con le reti di consulenza; il secondo è il canale wholesale, una sorta di gestione discrezionale che va dalle polizze unit linked ai fondi comuni. Tra le tendenze che osserviamo c’è chiaramente la passivizzazione dell’investimento azionario. Ma non è totalizzante: molti clienti ci fanno presente che temono il rischio di una eccessiva concentrazione, in particolare geografica sugli Usa e settoriale sul tech, mentre altri cercano addirittura orientamenti contrarian. In ogni caso, per noi questo significa nuove opportunità”.
L’attuale contesto di inflazione e volatilità potrebbe essere una nuova età dell’oro per i gestori attivi?
“I tassi di interesse più alti e la volatilità sono una buona cosa per i gestori attivi, se sono buoni gestori. Sul fronte obbligazionario si assiste a molta volatilità nella curva dei rendimenti. Ad esempio, abbiamo visto il valore del decennale Usa variare enormemente in positivo nel giro di qualche mese, per poi scendere di nuovo non molto tempo dopo. E la nuova amministrazione Usa potrebbe portare ulteriore volatilità, data l’imprevedibilità delle sue scelte.
Detto questo, è un po’ una situazione strana al momento, perché negli Stati Uniti non si percepisce una particolare preoccupazione per un aumento dell’inflazione ma si rimane fiduciosi guardando al potenziale di una crescita ancora maggiore. Ciò potrebbe quindi portare a una divergenza significativa tra l’andamento dei tassi di interesse sui due lati dell’Atlantico. E anche questo tipo di differenziazione geografica è una cosa positiva per i gestori attivi, a patto che siano in grado di generare rendimenti superiori ai loro benchmark. In altre parole, spetta ai gestori attivi dimostrare che possono gestire bene la volatilità e che possono farlo meglio di altri“.
Sono quasi 20 anni che BNY Investments è presente in Italia come gestore attivo. Quali sono le principali peculiarità del mercato italiano e quali sono i vostri principali obiettivi e scopi in Italia?
“In Italia le partnership con i distributori sono fondamentali perché è un mercato molto competitivo che si sta consolidando sempre di più. Per BNY Investments è molto importante prenderci cura delle relazioni forti che abbiamo con i nostri partner, in particolar modo con quelle principali entità finanziarie con cui abbiamo collaborazioni di lunga data. Questi soggetti, infatti, apprezzano lavorare con noi sul segmento retail, cosa che li porta a voler lavorare con noi sulle opportunità di sub-advisory che spingono attraverso le reti oppure sulle gestioni discrezionali dei fondi e alle polizze vita unit-linked.
\1, dove la fiducia è un elemento imprescindibile, al punto che approfondire il rapporto con i clienti esistenti è spesso più strategico che cercare di aprirne di nuovi con altri o su altri segmenti”.