La “II Guerra mondiale dei dazi“, come la prima scatenata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, รจ entrata entra nel vivo colpendo duramente settori chiave come quello dellโ automotive, del tech e dellโenergia. Mentre i mercati osservano preoccupati, gli esperti di Janus Henderson Investors delineano scenari e implicazioni per chi investe nellโobbligazionario, sottolineando rischi ma anche nuove opportunitร . Vediamoli insieme
Strategia politica e nuovi obiettivi dei dazi
I dazi sono stati sin dall’inizio una delle leve politiche piรน incisive della strategia di Trump, utilizzati intensivamente durante il suo primo mandato contro Cina, Messico e Unione Europea. Nel 2018 le misure avevano colpito prodotti specifici come acciaio, alluminio, vino, formaggi e aeromobili europei, provocando tensioni internazionali significative. Il sequel di questa strategia appare perรฒ caratterizzato da approcci differenti, con nuovi Paesi entrati nel mirino, come Canada, Colombia, Panama, Groenlandia, oltre a potenziali estensioni verso altre regioni, inclusi alcuni Stati dell’area Asia-Pacifico e il Regno Unito. La complessitร nel prevedere la permanenza o l’evoluzione di queste misure rende particolarmente delicato il compito degli investitori nell’interpretarne gli obiettivi.
Settore automotive: il piรน colpito dai dazi
L’industria automobilistica rappresenta il settore piรน immediatamente colpito dai nuovi dazi. A soffrire sono soprattutto i grandi produttori americani come General Motors, Ford e Stellantis, che si affidano largamente a impianti produttivi in Messico e Canada per la fornitura del mercato statunitense. Oltre ai produttori di veicoli, anche i fornitori di componenti subiscono direttamente l’impatto dei dazi. Nel breve periodo, probabilmente, le case automobilistiche tenteranno di assorbire i costi aggiuntivi, riducendo i propri margini, prima di rivalutare le strategie di pricing. Il ritorno della produzione negli Stati Uniti appare tuttavia complicato, ostacolato dalla carenza di manodopera qualificata e dagli elevati costi necessari per riconvertire gli impianti. Per i marchi europei premium, come BMW e Mercedes, l’impatto potrebbe essere mitigato dalla presenza di fabbriche negli USA, mentre Volkswagen appare piรน vulnerabile a causa della sua forte presenza produttiva in Messico. Qualora anche il Regno Unito venisse coinvolto, Jaguar Land Rover e Aston Martin sarebbero tra le aziende piรน penalizzate, pur avendo una maggiore capacitร di trasferire parte dei costi ai consumatori grazie al posizionamento nel segmento lusso. Tuttavia, l’aumento medio previsto dei prezzi dei veicoli, stimato attorno ai 3.000 dollari per unitร , pari a circa il 7%, potrebbe frenare ulteriormente la domanda giร sotto pressione.
Tecnologia: effetti diversificati tra software e hardware
Anche il settore tecnologico risulta interessato, seppur con effetti molto differenziati tra software e hardware. Le aziende di software, infatti, beneficiano della scarsa dipendenza da produzioni fisiche e distribuzioni internazionali; al contrario, l’hardware รจ direttamente coinvolto a causa della delocalizzazione della produzione e dell’assemblaggio finale effettuato prevalentemente in Messico con componentistica asiatica. Produttori come Dell e HP, piรน che i loro fornitori, subiranno maggiormente gli effetti negativi di questa nuova fase tariffaria.
Energia e commodity: scelte strategiche mirate
Nel settore energetico e delle commodity, l’amministrazione Trump sembra aver adottato una strategia piรน moderata, riducendo ad esempio al 10% le tariffe sulle risorse energetiche canadesi rispetto al 25% imposto su altri prodotti. La questione piรน delicata riguarda l’acciaio: Stati Uniti, Canada e Messico hanno infatti flussi commerciali interdipendenti con una forte prevalenza di esportazioni statunitensi verso i due partner nordamericani. L’introduzione di tariffe sull’alluminio, del quale gli USA sono fortemente importatori netti, potrebbe rappresentare una sfida ancora piรน grande per l’economia statunitense, rendendo piรน intricata la gestione di queste risorse chiave per la produzione industriale.
Conclusione: strategie per investire nella nuova guerra tariffaria
In conclusione, la seconda fase delle guerre tariffarie di Trump rappresenta un complesso intreccio di rischi e opportunitร per investitori e imprese globali. Le distorsioni dei prezzi derivanti dai dazi richiedono un approccio proattivo e dinamico nell’allocazione degli investimenti tra settori e regioni. In particolare, il comparto automotive, rilevante negli indici di credito investment grade e high yield, รจ al centro di un atteggiamento difensivo, considerati anche i volumi produttivi in calo e le sfide nell’adozione globale dei veicoli elettrici. ร dunque fondamentale una solida analisi creditizia per selezionare emittenti con bilanci robusti, liquiditร stabile e potenziale di crescita, cosรฌ da navigare con efficacia in questo scenario internazionale sempre piรน incerto.
Infine, l’approccio attivo al credito permette agli investitori di cogliere anche opportunitร derivanti da queste tensioni commerciali, selezionando aziende resilienti e capaci di adattarsi rapidamente.