Un piano di Trattamento di Fine Mandato (Tfm) rappresenta un prezioso strumento sia per le aziende che intendono legare a sé manager esterni attraverso un piano di incentivazione ulteriore rispetto al pacchetto annuale sia per quelle con amministratori legati alla proprietà ai quali si vuole offrire un metodo di remunerazione alternativo con costi fiscali e previdenziali migliorati.
In dettaglio, per i collaboratori non assunti con contratto di lavoro subordinato, prima dell’inizio del rapporto di lavoro l’azienda può deliberare il pagamento di un piano di trattamento di fine mandato (Tfm), il cui ammontare deve essere definito in sede assembleare nella cifra o nel metodo di calcolo se variabile. Tale ammontare sarà accantonato periodicamente durante il rapporto di collaborazione e verrà erogato al termine del periodo prestabilito.
Il Tfm in polizza
In alternativa alla destinazione del Tfm a un Fondo Pensione aperto, esso può essere investito in una polizza Tfm, una scelta che offre molta flessibilità all’azienda, la quale può scegliere modalità di pagamento compatibili con la propria liquidità. Le polizze Tfm distinguono dalle polizze key man perché il beneficiario non è la società, nel caso in cui perda il suo uomo chiave, ma lo sono l’amministratore stesso e i suoi eredi, sebbene nel caso vita sarà la società come contraente ad occuparsi del riscatto della polizza e del versamento come la polizza Tfm.
I vantaggi fiscali…
La scelta di destinare il Tfm ad una polizza offre alle aziende e ai lavoratori importanti vantaggi, in primo luogo fiscali. Le più recenti decisioni dell’Agenzia e della Giurisprudenza tributaria, infatti, hanno rilanciato la bontà dell’istituto, che figura un costo totalmente deducibile per la società nell’anno di accumulo e un benefit con impatto fiscale agevolato per il collaboratore al momento dell’erogazione. Il Tfm accantonato in polizza, infatti, può essere soggetto a tassazione separata, che generalmente risulta più vantaggiosa rispetto alla tassazione ordinaria.
…e quelli successori
Le polizze vita offrono una soluzione ottimale in ottica di pianificazione successoria, in quanto consentono di trasferire quanto accantonato tramite Tfm ai beneficiari prescelti, bypassando eventuali problematiche legate alla successione. Inoltre, le somme corrisposte attraverso una polizza vita non rientrano nell’asse ereditario, risultano esenti dall’imposta di successione. Se il contratto è stipulato correttamente, inoltre, il capitale accantonato gode dell’impignorabilità e dell’insequestrabilità, tutelando l’amministratore dal rischio di impresa.
Sotto un profilo prettamente finanziario, la polizza vita permette di investire il Tfm in fondi assicurativi o unit linked. Ciò consente la massima diversificazione sotto il profilo dell’asset allocation aumentando le potenzialità di rendimento e mitigando il rischio di concentrazione.
Inoltre, grazie al meccanismo della tassazione differita, il capitale accantonato gode della capitalizzazione degli interessi, incrementando ulteriormente le prospettive di rendimento.