Agli occhi degli investitori più inesperti, i certificati possono facilmente apparire come strumenti molto complessi, perché si tratta di derivati, strumenti visti come rischiosi. Il panorama dei certificates, però, è assai vario per tipologie e caratteristiche, ed è bene conoscerne tanto i rischi quanto i possibili vantaggi.
Partendo dalla base, si tratta di strumenti finanziari che si caratterizzano per un’ampia varietà di profili di rischio/rendimento e consentono di realizzare soluzioni finanziarie in linea con diverse esigenze d’investimento. Si tratta di derivati cartolarizzati, una combinazione di contratti finanziari incorporati in un titolo, negoziabile come un titolo azionario.
Certificati di investimento: come funzionano?
Quando si compra un certificate, non si va mai ad acquistare l’asset sottostante, ma si sta puntando sul suo rendimento futuro. Il sottostante del certificato può avere diverse nature: azioni, valute, Etf o anche indici. Insomma, i certificati permettono di esporsi al rialzo o al ribasso rispetto all’andamento del prezzo di un sottostante. Per capire il suo andamento, si utilizza uno strike price, ossia il prezzo del sottostante al momento di emissione del certificato. A seconda delle variazioni di prezzo del sottostante dallo strike price, si avranno guadagni o perdite. Inoltre, i certificati hanno una scadenza predeterminata e il più delle volte possono offrire potenziali premi periodici.
Le caratteristiche dei certificates: effetto memoria e airbag
In realtà è vero, i certificati sono prodotti complessi, non tanto perchè sia difficile per gli investitori capirli, ma perchè sono costituiti da più componenti che cambiano da prodotto a prodotto ed è molto importarle comprenderle tutte prima di scegliere il certificato più adatto. Ad esempio, mentre quasi tutti i certificates garantiscono una cedola fissa o potenziale, sia questa mensile o trimestrale, solo alcuni godono dell’effetto memoria. Questa caratteristica consente al detentore del certificato di recuperare le cedole non incassate in precedenza. Prendiamo la nuova emissione Airbag Cash Collect Callable di BNP Paribas scritta su 15 panieri azionari, che offre premi mensili per un potenziale rendimento annuo tra il 7,80% e il 14,40%: l’effetto memoria permette all’investitore di ricevere, a una data di valutazione, un premio cumulativo comprendente tutti i premi non pagati nelle precedenti date di valutazione, se a tale data le condizioni per ricevere il premio sono soddisfatte, ovvero se la quotazione dei sottostanti è pari o superiore al livello barriera, posta al 50% o al 60% a differenza dei panieri considerati.
Ma i certificati non solo presentano delle caratteristiche che li accompagnano per tutta la vita del prodotto, proprio come l’effetto memoria, ma anche proprietà che arrivano in soccorso a scadenza. Un esempio di questo è l’effetto airbag, che permette di contenere gli effetti negativi di eventuali ribassi del mercato, limitando le perdite. Tornando alla recente emissione di BNP Paribas, nel caso in cui, a scadenza (25 ottobre 2028), la quotazione dell’azione con la performance peggiore del paniere sia inferiore al livello Airbag (che varia dal 50% al 60% del suo valore iniziale), allora si attiva l’Airbag e l’investitore riceve un importo commisurato al valore di tale azione a scadenza, moltiplicato per il fattore Airbag. Prendiamo il paniere che considera le principali banche italiane, ovvero Intesa Sanpaolo, UniCredit e BPER (ISIN: NLBNPIT298C1), se a scadenza il valore dell’azione peggiore del paniere è pari al 55% del suo valore iniziale, considerando che il livello Airbag è pari al 60%, allora il certificato rimborserà all’investitore 91,67 euro, ovvero 55 euro (il 55% dell’investimento iniziale di 100 euro) moltiplicato per 1,6.
Insomma, i certificati di investimento potrebbero essere prodotti finanziari più semplici del previsto. Il segreto? Conoscerne le caratteristiche principali e capire come allinearli al meglio al profilo di rischio del proprio portafoglio.