Nello specifico, il decreto legislativo, già approvato in sede di esame preliminare lo scorso 26 febbraio, apporta numerose modifiche e integrazioni al Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 ed al decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, al fine di facilitare gli adempimenti amministrativi e la riscossione dell’Iva da parte degli operatori, con riferimento alle seguenti operazioni:
- vendite a distanza intracomunitarie di beni;
- vendite a distanza di merci importate da territori terzi o Paesi terzi;
- cessioni domestiche di beni e fornitura di servizi a consumatori finali da parte di soggetti passivi non stabiliti all’interno della Ue o stabiliti in uno Stato membro diverso da quello di consumo.
Le suddette semplificazioni sono state principalmente operate prevedendo (i) l’accentramento degli obblighi d’imposta in un unico Stato membro e (ii) la riduzione degli adempimenti per le micro-imprese che effettuano prestazioni transfrontaliere occasionali. Le nuove disposizioni troveranno applicazione a far data dal 1° luglio.
Le semplificazioni applicabili dal 1° luglio 2021
Le principali novità recate dal decreto legislativo possono essere così sintetizzate:
- Innanzitutto, il regime cosiddetto “Moss” (Mini one stop shot), già previsto per i soggetti passivi che prestano servizi di telecomunicazione, teleradiodiffusione ed elettronici a consumatori finali, viene esteso a tutte le prestazioni di servizi e alle vendite a distanza intracomunitarie di beni. Tale sportello virtuale (che cambia la sua denominazione in “Oss”, ossia One stop shot) consente agli operatori economici di identificarsi, ai fini Iva, in un unico stato membro – anziché in ogni stato membro in cui risiedono i consumatori – e di eseguire solo in detto stato membro gli adempimenti relativi all’Iva dovuta in qualsiasi altro paese membro, fermo restando l’obbligo di applicare l’aliquota Iva vigente nello stato membro del consumatore. Di conseguenza, gli obblighi di fatturazione, registrazione e dichiarazione annuali sono sostituiti da un’unica dichiarazione Iva per il regime (M)Oss, che avrà a oggetto l’ammontare totale dell’Iva dovuta sulle operazioni intracomunitarie e potrà essere presentata entro la fine nel mese successivo alla scadenza del trimestre.
- In secondo luogo, la nuova disciplina prevede – in deroga al principio dell’imposizione nel Paese membro di destinazione – l’imponibilità nello Stato membro di stabilimento del prestatore, laddove l’ammontare delle vendite a distanza intracomunitarie di beni non superi la soglia di 10 mila euro.
- Infine, per assicurare la riscossione effettiva dell’Iva sull’e-commerce, sono previsti nuovi obblighi per i soggetti passivi che facilitano, tramite interfaccia elettronica (marketplace), le vendite a distanza intracomunitarie di beni da parte di soggetti extra-Ue, nonché quelle di beni importati da territori o Paesi terzi di valore intrinseco non superiore a 150 euro. In particolare, tali soggetti passivi si considerano (in base a una presunzione) essi stessi cessionari e rivenditori dei beni oggetti di vendita a distanza e, quindi, assumono i diritti e gli obblighi relativi del fornitore.
Conclusioni
Le misure di semplificazione recate dal decreto legislativo pongono le basi per un contesto fiscale di favore e di crescita per le pmi italiane e si traducono in un importante ausilio alla internazionalizzazione delle stesse.
Le novità sopra descritte, infatti, si ricollegano all’apprezzabile tentativo del legislatore (sia europeo che nazionale) di tutelare le esigenze della piccola imprenditoria, rispetto alle dinamiche di un mercato che, attenuando il sistema di vendita tradizionale, non conosce più confini territoriali (con una tendenza che si è ulteriormente accentuata con la pandemia da covid-19).
La crescita esponenziale del commercio elettronico, in particolare, ha evidenziato la necessità di semplificare e maggiormente armonizzare un sistema Iva particolarmente complesso e, di fatto, svantaggioso per le piccole imprese in termini di concorrenza, per la necessità di queste ultime di sostenere costi di conformità spesso sproporzionati rispetto alle loro ridotte dimensioni.
L’auspicio, pertanto, è che, (anche) grazie a queste nuove misure, le imprese italiane possano più agevolmente accedere ai mercati esteri e avvalersi dell’e-commerce quale ulteriore canale di vendita, da affiancare a quelli tradizionali.