Zurich ha confermato di essere in trattative per l’acquisizione della divisione danni della statunitense MetLife
Aviva vende l’intera partecipazione dell’80% nella joint venture italiana di assicurazioni sulla vita, Aviva vita a Ubi Banca
La seconda protagonista di questo risiko è Aviva. La società ha infatti accettato di vendere l’intera partecipazione dell’80% nella joint venture italiana di assicurazioni sulla vita, Aviva vita a Ubi Banca. Nel comunica stampa emesso dalla stessa società si legge come che l’operazione rappresenta “un’altra importante pietra miliare strategica in quanto Aviva mantiene il suo impegno a riorientare il suo portafoglio”.
“La nostra strategia riguarda la concentrazione e la consegna. La vendita di Aviva Vita è un altro importante passo avanti nell’ottica di ridisegnare il nostro portafoglio e segue il recente annuncio della vendita di maggioranza della nostra attività di Singapore. Continueremo a essere decisivi mentre cerchiamo di trasformare Aviva a vantaggio dei nostri azionisti”, dichiara Amanda Blanc, amministratore delegato di Aviva
Da sottolineare come al termine della transazione Aviva riceverà circa 400 milioni di euro in contanti. Questi verranno utilizzati per rafforzare ulteriormente la liquidità e per ridurre il debito. Stando alla nota, la transazione, essendo soggetta alle solite condizioni autorizzative, dovrebbe essere completata a metà del 2021.
E infine la terza protagonista è Unipol. In un’intervista al Sole24Ore l’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri ha dichiarato che se Banco Bpm fosse disponibile Bper non potrebbe che approfondire con attenzione l’ipotesi. E l’ad, Giuseppe Castagna, di Banco Bpm, a stretto giro ha risposto dichiarando si essere favorevole ad una possibile operazione di consolidamento per poi precisare come la banca sia interessata a esplorare operazioni di aggregazione con una forte valenza industriale. In caso di fusione alla pari Unipol avrebbe l’8% del capitale del nuovo polo e Banco di Sardegna il 4 per cento. Inoltre, l’unione tra le due darebbe vita a un gruppo con il 13,9% degli sportelli sul mercato domestico, secondo solo a Intesa Sanpaolo. Ma non solo perché Equita ha anche sottolineano come le due reti distributive siano complementari. il nuovo polo avrebbe un indice di patrimonializzazione (Cet1) pro forma al 12,9% e Npe ratio al 9,4%. Infine secondo Equita il nuovo gruppo potrebbe assorbire costi di ristrutturazione per 1,7 miliardi e produrrebbe sinergie a regime per 297 milioni di euro.
E dunque non solo il mondo bancario ha iniziato a giocare al suo personale risiko. Adesso anche le assicurazioni sono entrate in scena. Ed è solo l’inizio.