Joséphine Bonaparte con una delle due tiare vendute. Ritratto di Andrea Appiani. Tutte le foto sono courtesy Sotheby’s
Squisito esempio della gioielleria francese di inizio XIX secolo, i gioielli risalgono al 1808 e sono rimasti custoditi nel segreto di una collezione privata del Regno Unito per oltre un secolo e mezzo. Di gusto interamente neoclassico, riflettono lo stile che fu fiorente sotto il regime di Napoleone, desideroso di legittimare la sua tirannia con riferimenti alla classicità imperiale romana. Un desiderio che trovava pieno riscontro nell’abbigliamento e negli ornamenti della sua Joséphine.
Un fermaglio da cintura facente parte di una delle due parure
Entrambi i diademi fanno parte di una parure. Vi sono incastonate gemme con incisioni di teste femminili e simboli rappresentanti l’antichità, l’eroismo, l’amore, la fedeltà.
Una delle due tiare: in oro, lapislazzuli e corniola. Di Jacques-Amboise Oliveras, ca. 1808
Una parure simile a quelle vendute a Londra, fanno sapere da Sotheby’s, è in possesso della famiglia reale svedese. Questi gioielli sono arrivati alla collezione svedese tramite il figlio di Giseppina, Eugène Rose de Beauharnais, duca di Leuchtenberg. La figlia di lui, infatti, Joséphine di Leuchtenberg, portò in dote vari gioielli alla Casa di Svezia una volta andata in sposa al futuro re Oscar I nel 1823.