Affidarsi a una casa d’aste
Non sempre chi possiede una cantina ben rifornita di vini importanti pensa a liquidarla prima di andare ad assaggiare i vini prodotti in Paradiso. E quindi, molto spesso gli eredi si ritrovano con una quantità di bottiglie di vino delle quali non sanno bene cosa fare, soprattutto se sono amanti della birra o più comunemente se sono astemi. Per risolvere il problema, una prima soluzione sarebbe quella di affidarsi a una casa d’aste che metterà in vendita le bottiglie. Le valutazioni che verranno proposte sono generalmente piuttosto basse, ed è una giusta tattica messa in atto dalla casa d’aste per attirare il maggior numero di potenziali compratori. È importante sapere che la commissione dovuta dal venditore può molto spesso essere negoziata o addirittura essere annullata. Il vantaggio di questa soluzione risiede nel fatto che la casa d’aste si occupa di tutto: valutazione, catalogo, logistica, assicurazione, incasso…
C’è però da dire che, alla fine, i prezzi realizzati sono il più delle volte inferiori ai valori intrinsechi delle bottiglie sul mercato.
Vino di lusso in eredità: il fai da te
Una seconda soluzione è quella del “fai da te” a proporre la lista dei vini a un mercante o a un fondo d’investimento. Al giorno d’oggi però le modalità di acquisto sono molto cambiate rispetto a qualche anno fa e qualunque acquirente in diretta chiederà di ottenere svariate informazioni sull’origine delle bottiglie che, a secondo se siamo in grado di fornirle o meno, andranno a modificare sensibilmente il prezzo delle bottiglie e la loro monetizzazione.
Purtroppo, non sempre si hanno questi dati che riguardano la provenienza delle bottiglie, la loro tracciabilità per non parlare della loro autenticità che in alcuni casi va dimostrata con dei certificati rilasciati dagli stessi produttori (cosa che fanno raramente). Una terza soluzione può essere quella di affidarsi a un parente o a un amico, amatore di vino e conoscitore, ma attenzione alle sorprese! Qualche anno fa, una giovane ragazza straniera che aveva ereditato dal padre un centinaio di bottiglie, non capendo niente di vino chiese ad un suo familiare di valutarli e magari di farle un’offerta. Il parente gli disse che i vini erano probabilmente di poca importanza, provenienti da una azienda vinicola di una famiglia nobile di conti e che era pronto a darle 10.000 euro per il lotto.
Meglio controllare…
Qualche giorno prima della transazione, il fidanzato della ragazza che non era convinto mi portò la lista delle bottiglie. Si trattava in realtà esclusivamente di bottiglie del Domaine de la Romanée-Conti, il vino più pregiato e caro al mondo, e valutai il lotto dieci volte il valore che il parente voleva pagare. Non è tutto oro quello che luccica, ma alcune volte vale la pena verificare bene! Infine, va sottolineato che esiste un aspetto controverso che deve essere valutato attentamente ed è quello fiscale. Infatti, da qualche anno in alcuni paesi le bottiglie di vino vengono tassate nell’ambito di una successione in quanto bene mobiliare di lusso alla pari di un dipinto o di una macchina da collezione.
Ma è altrettanto vero che il vino abbia questa particolarità di essere prima di tutto un bene di consumo corrente; anzi, si può affermare che qualunque bottiglia, anche la più cara, è alla base un prodotto alimentare che può (e dovrebbe) essere consumato. Una volta bevuta, la bottiglia sparisce al contrario di un orologio, di un mobile o di qualunque altro bene che viene trasmesso.
Quindi, mi pare che questa doppia qualità, bene di lusso e bene alimentare, sia all’origine di una certa ambiguità su come trattare fiscalmente il passaggio di mano di una bottiglia che può anche valere diverse migliaia di euro: questa può infatti essere ceduta da un genitore ai figli allo scopo ufficiale di essere stappata e bevuta nel corso di una cena e come tale mi sembra che non dovrebbe a priori subire nessuna tassazione.