A ottobre, gli investitori globali hanno ridefinito le proprie strategie puntando con maggiore convinzione sui prodotti obbligazionari, soprattutto su quelli a lungo termine; ciò ha invertito la tendenza favorevole agli strumenti a breve scadenza, osservata a settembre e ad agosto. Il cambiamento rispecchia l’idea sempre più consolidata che i rialzi dei tassi abbiano raggiunto il loro apice e che siano ora posizionati verso una diminuzione nel 2024. La riduzione dei tassi e dei rendimenti, infatti, comporterebbe un aumento dei prezzi dei titoli obbligazionari, specialmente quelli a lunga scadenza.
A testimoniare questa tendenza sono i flussi di capitali osservati sugli exchange-traded product (Etp), una tipologia di fondi quotati che, di norma, replicano l’andamento di un indice sottostante o di un paniere di attività ottimizzando costi e performance a lungo termine. Gli investimenti in Etp a reddito fisso hanno sperimentato un notevole aumento, con un afflusso di 30,4 miliardi di dollari, il più consistente dal marzo di quest’anno e un livello quasi doppio rispetto ai 16,9 miliardi raccolti a settembre. Parallelamente, la raccolta di capitali negli Etp azionari è scesa da 52,7 a 34,3 miliardi di dollari, ha messo in luce l’ultima edizione del BlackRock ETP Landscape Report.
Complessivamente, nel mese di ottobre sono stati aggiunti 66 miliardi di dollari alle masse gestite negli Etp a livello globale, in linea con i 65,7 miliardi di agosto e i 65,5 miliardi di settembre.
Etp obbligazionari, la scadenza lunga recupera appeal
A ottobre, gli acquisti su tutta la curva delle scadenze sono stati per lo più equamente ponderati, con 10,4 miliardi di dollari per il lungo termine a fronte di 12,6 miliardi di dollari investiti sui prodotti a breve termine. Fra agosto e settembre il rapporto era decisamente più favorevole al breve termine, che aveva raccolto 13,8 miliardi di dollari contro i 5,5 miliardi di dollari dei prodotti focalizzati su titoli a lungo termine.
Gli Etp obbligazionari che hanno registrato maggiori flussi di capitali sono quelli orientati verso i titoli a elevato rating (investment grade), che hanno visto un incremento delle masse gestite di 4,6 miliardi di dollari. Al contrario, il debito speculativo (high yield) ha mostrato un deflusso di 5 miliardi di dollari.
“Nonostante l’attuale crisi dei tassi, nel mese di ottobre abbiamo assistito ad una significativa ripresa dei flussi verso gli Etf obbligazionari governativi, raddoppiando quelli di settembre. La maggior parte di questi flussi si è diretta verso i Treasury statunitensi, con acquisti equamente suddivisi tra le esposizioni a lungo e a breve termine”, ha dichiarato Laura Cooper, Senior investment strategist di iShares EMEA presso BlackRock, “dopo mesi di preferenza sulla parte lunga della curva dei tassi sui Treasury USA, gli investitori hanno ampliato sempre più le posizioni di duration sui treasury in seguito al forte ribasso, in linea con il nostro recente upgrade tattico da lunghi a neutrali”.
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Etp azionari: Usa e Giappone in spolvero, male gli emergenti
L’orientamento sugli Etp azionari è stato favorevole soprattutto per i prodotti focalizzati sul mercato statunitense, con 24,3 miliardi di dollari di afflussi netti a ottobre. Gli Etp azionari sull’Europa sono tornati a un timido segno più (0,4 miliardi) dopo sei mesi consecutivi di deflussi netti, principalmente grazie agli acquisti provenienti dai fondi quotati in Europa, che hanno compensato i deflussi dei fondi quotati negli Usa. Rosso da 1,7 miliardi, invece, per gli Etp azionari dedicati ai mercati emergenti.
E’ proseguito poi, il momento di grazia per i gli Etp azionari giapponesi, con altri 3,6 miliardi di afflussi.
Nel frattempo, gli investimenti negli ETP azionari giapponesi sono proseguiti ad ottobre, con $3,6 miliardi aggiunti.
Etp, i settori su cui si sta investendo: bene tech, male i finanziari
Per quanto riguarda i settori su cui gli investitori stanno puntando negli Etp settoriali, si osserva un andamento positivo per i settori energetico e tecnologico, con afflussi di 3 miliardi e 1,6 miliardi di dollari, rispettivamente. Al contrario, il settore finanziario ha segnato il terzo mese consecutivo di deflussi a livello globale, registrando un rosso di 2,4 miliardi di dollari, gravato dalle vendite di esposizioni negli Stati Uniti che, con un deflusso di 3,2 miliardi di dollari, hanno segnato il più alto segno meno dal settembre 2022.