La Fiat che nel 1992 valeva appena 4 miliardi di euro oggi supera i 70 miliardi
La capitalizzazione di Stellantis si piazza al quinto posto tra le principali case automobilistiche, posizionandosi dietro a Tesla, Toyota, Porsche e Mercedes.
Crisi di settore, blocchi di produzione, scioperi e scontri con il Governo non scalfiscono Stellantis il cui titolo ha mostrato una costante crescita nei sette trimestri consecutivi più recenti. Le diatribe che riguardano la produzione in Italia e l’eccessivo peso nel capitale del Governo francese hanno avuto il merito, sul fronte degli investimenti, di accendere ulteriormente i riflettori su questa società che sta dimostrando nei numeri un trend di forte crescita. Quali sono le prospettive? Vuoi sapere se vale la pena investire ora sul Gruppo e perché? La speculazione sul titolo e sul settore non manca, vediamo perché.
Il valore di Stellantis
La Fiat, che nel 1992 valeva appena 4 miliardi di euro, oggi supera i 70 miliardi e si posiziona come la società con la più alta capitalizzazione a Piazza Affari. Secondo e-Toro, “in un settore in cui Tesla e molte case automobilistiche hanno subito pressioni al ribasso sui margini netti, Stellantis mostra un’evoluzione opposta. Nell’ultimo anno, Tesla è scesa del 4%, riportando un drawdown dai massimi del 36%, mentre Stellantis viaggia su massimi storici, beneficiando di una crescita del 43%, ma soprattutto di multipli nettamente differenti. La casa automobilistica americana ha un rapporto prezzo/utile futuro di 58 volte, a differenza dei 3.9x di Stellantis. Mentre attendiamo i dati trimestrali per confermare l’evoluzione o bocciare le aspettative, i numeri regalano una sorpresa positiva in un settore teoricamente da evitare, tra pressioni sui margini, ritardi delle case automobilistiche europee nell’EV e una crescente pressione cinese (ma alleggerito dagli incentivi europei ed italiani)”. La capitalizzazione di Stellantis si piazza al quinto posto tra le principali case automobilistiche, posizionandosi dietro a Tesla, Toyota, Porsche e Mercedes.
Il potenziale upside: la pista cinese
Il titolo quota in area 24 euro, segnando un rialzo del 12% da inizio anno. In prospettiva non mancano i possibili fattori di upside. Si specula sul futuro, importantissimo, di Mirafiori. Secondo Automotive News, Stellantis potrebbe introdurre in Italia – e nello specifico nel sito torinese – la produzione della Leapmotor, partendo nel 2026 con 150 mila vetture elettriche. Pochi mesi fa (novembre 2023), Stellantis ha infatti investito 1,5 miliardi per acquisire il 20% della società cinese specializzata nella produzione di auto elettriche dando vita a Leapmotor International (Stellantis al 51% e Leapmotor 49%), joint venture con i diritti esclusivi per l’esportazione, la vendita e anche la produzione di veicoli elettrici di prossimità urbana.
Le alternative
“L’ipotesi di portare in Italia il costruttore cinese non piace però a Palazzo Chigi: il governo è più orientato infatti a favorire l’ingresso di un costruttore occidentale, americano o giapponese”, spiega Giuseppe Sabella, direttore del centro studi Oikonova. “Consideriamo che, in primis, l’esperimento con i cinesi di Silk-Faw in Emilia – la nostra Motor Valley – non è finito bene. In secondo luogo, la filiera occidentale si sta riorganizzando proprio per arginare l’espansione di quella asiatica. Si dice che l’Europa sarà invasa da vetture cinesi ma mi sembra presto per ritenere la grande industria e il grande mercato dell’auto consegnato a Pechino, anche perché in questa fase i numeri delle esportazioni cinesi in Europa sono poca cosa.
Il sogno di Palazzo Chigi resta quello di portare Toyota in Italia. Nel suo recente viaggio in Giappone, Meloni ha confermato di avere incontrato i vertici dell’industria automobilistica nipponica e di essere molto interessata a loro possibili investimenti in Italia. Toyota, inoltre, ha appena presentato il suo piano di sviluppo della produzione europea – 6 di 7 veicoli sono elettrici – e le sue intenzioni di crescere all’interno del mercato europeo. Uno sviluppo che potrebbe portare grandi benefici al titolo nei prossimi mesi.
Le prospettive
Gli analisti, alla luce delle indicazioni fornite dai concorrenti e da un contesto macroeconomico che a detta del management supporta una crescita del fatturato, c’è spazio per un rialzo delle stime. Una crescita supportata da conti record del 2023, un dividendo in aumentato del 16% a 1,55 euro per azione e una guidance per l’anno in corso che conferma l’impegno della società a proseguire sulla via della crescita. “Guardando avanti, il futuro dell’azienda sembra promettente, supportato da un dividendo proposto in crescita del 16%, un piano di buyback di 3 miliardi di euro e solidi bilanci. Inoltre, i buoni risultati dei suoi modelli, tra cui la Citroen eC3, la Jeep Avenger e la Fiat 500, aggiungono ulteriore fiducia nell’azienda. Oltre ai 25 modelli elettrici già esistenti, se ne aggiungeranno altri 23 nel 2024”, commenta e-Toro.
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I competitor
A causa delle condizioni macroeconomiche, l’industria automobilistica globale sta affrontando crescenti scorte e sovraccapacità. Le aziende che hanno investito pesantemente nelle auto elettriche offrono consistenti sconti, Tesla compresa. Ma “è solo una questione di tempo prima che Stellantis diventi il terzo produttore di auto più sorprendente a livello mondiale, dopo Tesla e Toyota, ma davanti a Porsche, Mercedes, BMW, Volkswagen e anche al cinese BYD. E, in Italia, molto importante, anche davanti a Ferrari”, ha concluso e-Toro.