La sport industry è un mercato da 170 miliardi di dollari, con un Compound annual growth rate del 6,6% dal 2014. Negli ultimi tre anni è stata investita da importanti cambiamenti, a partire dalla digital disruption
Antonello Sanna di Scm Sim: “Non c’è dubbio che il settore delle competizioni sportive sia tra quelli con un tasso più elevato di tecnologia e innovazione, come dimostra il fiorire incessante di startup e microsocietà con piattaforme e prodotti sempre più innovativi”
Romy Gai di Awe Sport: “Vogliamo incontrare le nuove necessità del contesto e coglierne le opportunità, selezionando il meglio tra le startup del settore, in particolare nella generazione di contenuti di qualità a basso costo e nella creatività applicata allo sport”
Mentre la pandemia continua a far sentire il suo eco sui ricavi delle big del calcio europeo, dalle ceneri della crisi potrebbero sorgere nuove opportunità per la sport industry: un mercato da 170 miliardi di dollari e in costante crescita, la più elevata dopo il gaming nel mercato globale dell’entertainment. Scm Sim, la prima sim quotata su Aim Italia (il segmento dedicato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita, ndr) affiancherà in qualità di arranger Sport Horizon Holding negli investimenti verticali sulle società sportive. La società, recentemente costituita, punta a raccogliere tra i quattro e i sei milioni di euro entro il 2021, con l’obiettivo di investire in 10-15 realtà con equity ticket tra i 150mila e i 600mila euro e approdare sul mercato Aim entro sette anni.
Tra i soci fondatori, Sport Horizon annovera
Romy Gai, founder e chairman di Awe international group, per 14 anni chief revenue officer e direttore marketing di Juventus (anche durante la quotazione in Borsa nel 2001). Ha successivamente assunto il ruolo di ceo della Lega calcio degli Emirati Arabi, per poi fondare nel 2015 il gruppo Awe assumendone le vesti di presidente. Ma anche
Beniamino Savio, ceo di Awe Sport srl, tra i 100 under35 che hanno portato innovazione in Italia secondo Wired, che vanta un’esperienza manageriale sul campo di eventi sportivi internazionali. Accanto a loro Marco Nazzari, Dario Montagnese, William Galimberti, Giorgio Chiellini, Fabrizio Giugiaro, Tony Ihander e Ugo Colombini.
“Lo sport è uno di quei settori che ha subito maggiormente i contraccolpi della crisi e questo ha in qualche modo generato una rivisitazione dei modelli attuali. È un momento di game changing”, spiega a We Wealth Antonello Sanna, ceo di Scm Sim. “Non c’è dubbio che il settore delle competizioni sportive sia tra quelli con un tasso più elevato di tecnologia e innovazione, come dimostra il fiorire incessante di startup e microsocietà con piattaforme e prodotti sempre più innovativi che rappresentano anche ottime opportunità di investimento”, aggiunge, sottolineando come in questa fase sia “necessario che il risparmio privato, così elevato in Italia, venga effettivamente convogliato sull’economia reale per accelerare i tempi di ripresa del nostro sistema economico”.
“I grandi fondi di
private equity, per fare un’operazione che abbia senso per loro, devono muoversi su livelli importanti di equity value, dai 50 ai 100 milioni, escludendo invece la fascia da uno a 15-20 milioni. Il ruolo di Scm è quello di incrociare domanda e offerta. Aiutiamo
lo startupper o lo scaleupper a identificare la struttura aziendale a lui più adeguata e poi, a seconda del tipo di società, lo presentiamo a investitori istituzionali o, come nel caso di Sport Horizon, realizziamo un club deal. Cerchiamo di capire quali sono i suoi obiettivi e lo accompagniamo lungo tutto il percorso, fino alla raccolta dei capitali. Dopodiché alcune società continuano a camminare da sole, altre continuiamo a seguirle”, spiega Sanna.
“I grandi cambiamenti nello sportech hanno creato esigenze inedite, prima su tutte quella di acquisire nuove competenze per gestire le sfide del presente e del futuro”, aggiunge Romy Gai. “Vogliamo incontrare le nuove necessità del contesto e coglierne le opportunità, selezionando il meglio tra le startup del settore, in particolare nella generazione di contenuti di qualità a basso costo, nella creatività applicata allo sport, nelle nuove tecnologie quali realtà virtuale e realtà aumentata, over the top e l’intelligenza artificiale”. Poi conclude: “Il progetto, guidato da modelli e criteri di sostenibilità, nasce con l’idea di lasciare un’impronta sociale positiva nella sport industry. Per questo, abbiamo deciso di dimezzare il performance fee rispetto agli standard di mercato e di devolvere il 10% della raccolta a favore di un’associazione del terzo settore, Insuperabili Onlus, per evidenti motivi di coerenza con la natura dell’iniziativa nella sua globalità”.
La sport industry è un mercato da 170 miliardi di dollari, con un Compound annual growth rate del 6,6% dal 2014. Negli ultimi tre anni è stata investita da importanti cambiamenti, a partire dalla digital disruptionAntonello Sanna di Scm Sim: “Non c’è dubbio che il settore delle competizioni sportive…