Il risparmio gestito italiano continua a dimagrire. Le masse totali in gestione diminuiscono da 2 miliardi e 172 milioni di euro a 2 miliardi e 151 milioni. Sono i dati della consueta Mappa mensile di Assogestioni. In particolare per il mese di maggio si registra anche un pesante effetto di mercato: -16,5 miliardi. A ben guardare si tratta di un trend che va avanti da ormai quasi un anno. Era infatti il luglio del 2018 quando l’industria subiva le avvisaglie dei pesanti deflussi che sarebbero arrivati ad ottobre (ad agosto e a settembre c’era stato un leggero rimbalzo). Ed oggi, al netto dell’operazione straordinaria interna di Poste Italiane di gennaio, la contrazione delle masse in gestione continua. Di che si trattava? Del conferimento alla Sgr di gruppo di un mandato istituzionale per la gestione del patrimonio di BancoPosta. Anche aprile aveva segnato un calo della raccolta, con un aumento però del patrimonio per effetto dell’asset management.
Maggio, la masse del risparmio gestito in calo
Il patrimonio totale in gestione passa da 2 miliardi e 172 milioni di euro a 2 miliardi e 151 milioni, per una raccolta netta dell’industria in calo di 5,5 miliardi di euro a maggio 2019. Deflussi inoltre sia per le gestioni collettive che per le sottoscrizioni di portafoglio (-2,3 miliardi e -3,2 miliardi). Resistono i monetari, su di 2,3 milioni, gli obbligazionari, che aumentano di 218 milioni e i bilanciati, in crescita di 98 milioni di euro.
Il 50,5% degli asset è investito nei mandati, pari a un miliardo e 87 milioni di euro, mentre il restante 49,5% è impiegato nelle gestioni collettive, pari a un miliardo e 64 milioni.
Soffre la raccolta dei maggiori asset manager, tranne le gestioni di portafoglio di Fideuram
Il gruppo Generali vede deflussi per un miliardo e 46,9 milioni di euro. Intesa Sanpaolo dal canto suo vede un calo della raccolta totale di 479,1 milioni, ma Fideuram registra una crescita delle masse in gestione per effetto della raccolta di 206 milioni per quanto riguarda le gestioni di portafoglio retail e di 38,6 per quanto riguarda le istituzionali. La raccolta per le gestioni di portafoglio istituzionali arride anche ad Amundi, che segna una crescita di 361 milioni di euro, mostrando però un calo dell’aum (asset under management) di 716,2 milioni. Anima Holding soffre invece per 504,5 milioni. Nella top five dei grandi gruppi, Poste Italiane subisce invece richiami per 867,4 milioni in totale, così ripartiti: -882,0 milioni per le gestioni di portafoglio istituzionali e +14,6 milioni per i fondi aperti.