- Gli anni di studio presso gli Istituti tecnici e tecnologici superiori (i cosiddetti “Its Academy”) potranno essere valorizzati ai fini pensionistici
- Carbone: “I ragionamenti da fare per un giovane restano gli stessi: non sempre infatti il riscatto di laurea può servire per anticipare il momento della pensione”
Si amplia la platea dei beneficiari del riscatto della laurea. Come recentemente annunciato da una circolare dell’Inps, anche gli anni di studio presso gli Istituti tecnici e tecnologici superiori (i cosiddetti “Its Academy” istituiti dalla legge n. 99/2022) potranno essere valorizzati ai fini pensionistici. Per poterli riscattare, è necessario che i corsi siano stati completati in contesti “riconosciuti e accreditati dalle Regioni o, in via transitoria, dal ministero dell’Istruzione”, precisa l’ente. A rientrare nel nuovo perimetro sono in particolare i diplomi di specializzazione per le tecnologie applicate (della durata di quattro semestri con almeno 1.800 ore di formazione) e quelli di specializzazione superiore per le tecnologie applicate (della durata di sei semestri con almeno 3mila ore di formazione).
Its Academy: come funziona il riscatto
Per riscattare ai fini pensionistici gli anni di studio presso gli Its Academy, occorrerà ottenere dall’istituto una dichiarazione che attesti che il diploma chiesto a riscatto sia uno dei diplomi previsti, conseguiti e rilasciati ai sensi della legge n. 99/2022, “con riguardo alle figure professionali e alle aree tecnologiche, specificate e definite” dalla stessa legge o comunque che sia un diploma equivalente, indicando in ogni caso il tipo di diploma, l’area tecnologica, la figura professionale e la normativa specifica, si legge nella circolare numero 98 del 25 novembre 2024 dell’Inps. Sono tra l’altro ammessi al beneficio del riscatto solo i corsi attivati dopo l’entrata in vigore della suddetta legge n. 99/2022.
Riscatto della laurea: i quattro scenari
Fatte queste premesse, i ragionamenti da fare per un giovane (e per i genitori) restano gli stessi: non sempre infatti il riscatto di laurea può servire per anticipare il momento della pensione. “La variabile fondamentale è l’età effettiva alla quale, senza considerare il riscatto, si sia iniziato a contribuire, al netto di buchi contributivi”, spiega a We Wealth Andrea Carbone, divulgatore, economista, formatore e ideatore di smileconomy, società indipendente di ricerca e consulenza finanziaria, assicurativa e previdenziale. Come evidenziato nella tabella sottostante, che simula gli effetti di un riscatto di laurea quinquennale, si aprono quattro possibili scenari:
- c’è chi, riscattando cinque anni, può anticipare il momento della pensione di più di cinque anni. “Si tratta dei 55-60enni di oggi (evidentemente non toccati dalla novità degli Its Academy), che hanno iniziato a lavorare prima del 1996”, spiega Carbone. Per loro, l’effetto è perfino superiore al numero di anni riscattati perché andando in pensione prima si risparmiano i futuri adeguamenti biennali dei requisiti pensionistici;
- c’è chi, riscattando cinque anni, può anticipare il momento della pensione di due o tre anni, per esempio chi ha iniziato a lavorare a 24 anni e ha 50 anni o meno. “Si tratta di casi nei quali vale la regola che il riscatto di laurea serve ad anticipare il momento della pensione soprattutto a chi si è laureato in corso e ha trovato subito un’occupazione”, osserva l’esperto;
- c’è poi la situazione di chi riscatta gli studi, ma non vede alcun effetto sulla data di pensionamento, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare dai 27 o 30 anni in poi: per loro la pensione sarà sempre in base al requisito di età (vecchiaia o anticipata contributiva), a prescindere dall’ammontare dei contributi versati;
- e infine ci sono i “casi paradossali”: coloro che riscattando la laurea rischiano di andare in pensione più tardi. Si tratta dei nati negli anni ‘70 che hanno iniziato a contribuire a partire dal 1996, ma hanno gli anni di studi anche prima del 1996. Per loro, il riscatto di laurea farebbe perdere il requisito di pensione anticipata contributiva (oggi pari a 64 anni di età, riservato ai soli lavoratori post 1996) con il rischio, in alcuni casi, di andare in pensione anche tre anni dopo.
Gli effetti di un riscatto di laurea quinquennale
“La prima cosa da fare quando ci si avvicina al tema del riscatto di laurea è dunque quello di valutarne gli effetti, che possono essere ben quattro, come visto”, suggerisce Carbone. “Una volta valutata l’utilità ai fini del momento della pensione, si può poi passare al costo e agli aspetti fiscali. Consapevoli che, ad esempio, quando il riscatto di laurea non serve ad andare prima in pensione, una buona alternativa, a parità di deducibilità fiscale, è quella dei fondi pensione. Questi ragionamenti valgono, naturalmente, anche per i futuri diplomi tecnici superiori (Its Academy), ricordando che possono essere riscattati solamente i periodi nei quali non si stava già lavorando”, conclude l’esperto.