- In due anni Rancilio Cube sicaf ha raccolto 30 milioni di euro in aggiunta ai 30 milioni di portafoglio conferiti
- Questa realtà attrae l’interesse di investitori sofisticati che cercano un asset alternativo spesso di difficile accesso ai più
Due anni fa un’intuizione: tradurre oltre un decennio di investimenti di frontiera e fortemente innovativi in una sicaf (una società di investimento a capitale fisso, ovvero un fondo alternativo chiuso e riservato) che portasse in Italia ciò che fino ad allora sembrava relegato oltreoceano. Da quel momento in poi, racconta Luca Rancilio, imprenditore di terza generazione, la Rancilio Cube Sicaf ha raccolto 30 milioni di euro. In portafoglio stelle nascenti del tech (come Space X) dislocate tra Stati Uniti ed Europa; e ora la sicaf punta anche a valutare opportunità sfidanti in altri continenti.
La storia della Rancilio Cube Sicaf
“La nostra storia è una storia al rovescio”, ricorda l’amministratore delegato. “Abbiamo ottenuto l’autorizzazione a operare con provvedimento della Banca d’Italia nell’estate del 2022, ma in realtà avevamo già alle spalle un lungo percorso di investimenti e un nutrito gruppo di investitori entranti”. All’epoca il tesoretto conferito nella sicaf dalla società veicolo della famiglia Cube3 srl includeva 54 posizioni dirette (tra cui la Space X di Elon Musk, appunto, ma anche SumUp, N26 e le italiane Treedom e Casavo) e 56 fondi di venture capital a livello mondiale (tra gli altri, Speedinvest e Earlybird in Europa insieme a Firstmark, Bessemer e Gsquared negli Stati Uniti). In due anni, come anticipato in apertura, la sicaf ha raccolto 30 milioni di euro in aggiunta ai 30 milioni di portafoglio conferiti. Il tutto investendo in modo diversificato soprattutto in fondi early stage e soprattutto di venture capital internazionale.
Il portafoglio della sicaf: 50% Usa
“Questa realtà attrae l’interesse di investitori sofisticati che cercano un asset alternativo spesso di difficile accesso ai più”, dichiara Rancilio. “Accedere ai nomi che abbiamo in portafoglio richiede del tempo e del lavoro specifico, che è ciò che mettiamo a disposizione dei nostri investitori”. Su questa scia si inserisce ora l’idea di lanciare un secondo comparto all’interno della stessa sicaf – che sarà possibile sottoscrivere da inizio settembre – e che adotti la stessa strategia di investimento, ma con un approccio che Rancilio definisce più profilato. “L’idea è di rendere disponibili in Italia fondi early stage molto difficili da accedere negli Usa e su scala globale, replicando quanto già accade in altri mercati, soprattutto anglosassoni”. Ad oggi, gli Stati Uniti rappresentano il 50% del portafoglio della sicaf, l’Europa ottiene una fetta del 30% mentre il restante 20% è diviso tra Israele e il “tentativo di cercare qualcosa di un po’ più sfidante” tra Latino-America, Africa e Asia.
Dal punto di vista settoriale, nelle parole del ceo, l’approccio della società di investimento è abbastanza agnostico. “Guardiamo ovviamente all’intelligenza artificiale come tutti, ma cerchiamo opportunità di investimento anche nel deep tech e in settori più verticali come il biotech”, dice Rancilio. La sicaf adotta tra l’altro un modello innovativo di funzionamento che non prevede commissioni di performance o di gestione, ma la condivisione dei costi di esercizio della società proporzionalmente alla tabella di capitalizzazione. “La mia famiglia è l’investitore principale della sicaf e dei suoi comparti, quindi ragioniamo come una corporate”, afferma Rancilio. “Paghiamo insieme i costi del team di gestione e ragioniamo sul nostro equity; diluendoci, la nostra percentuale scende, ma speriamo cresca in valore assoluto. Questo fa sì che non ci sia una commissione fissa e non si guadagna sui soldi degli altri ma con i soldi degli altri”, spiega l’imprenditore.
Il 90% degli investitori sono family office
Il 90% degli investitori della sicaf sono family office, mentre la restante parte si compone di singoli imprenditori. “Essendo vigilati da Banca d’Italia, si tratta di una proposta riservata al nostro Paese, per il momento. Anche dal punto di vista della strategia, l’intenzione è quella di portare in Italia opportunità di investimento nel venture capital internazionale tendenzialmente difficili da raggiungere: Rancilio Cube Sicaf si profila come la ‘casa italiana del venture capital internazionale’. Abbiamo fatto la scelta di tradurre nella nostra lingua ciò che avevamo creato come viaggio di impresa”, afferma Rancilio. “Nella semplicità di questa decisione ci auguriamo ci sia anche una lungimiranza di risultati, perché l’innovazione è a nostro parere sempre un ottimo investimento”.
(Articolo tratto dal n° 1 del magazine Family Office di luglio 2024)