Secondo un’elaborazione di We Wealth sui dati FT-Bloomberg, al primo posto si posiziona Andrea Orcel di Unicredit con 7,5 milioni di euro
Lo scorso anno Jean Pierre Mustier ha tagliato volontariamente il proprio stipendio di un quarto in risposta all’emergenza pandemica
Sul podio anche una donna: Ana Botín, executive director di Banco Santander, dal maxi-stipendio di 6,9 milioni annui
Tramonta l’era Mustier
Il potenziale pacchetto concordato dal top banker è infatti nettamente superiore a quello del suo predecessore, che ha annunciato le proprie dimissioni nel mese di novembre. Mustier, secondo quanto risulta al Financial Times, aveva ridotto la sua paga fissa del 40% a 1,2 milioni di euro al momento del suo insediamento nel 2016 e lo scorso anno ha proceduto anche a tagliare volontariamente il proprio stipendio di un quarto in risposta all’emergenza pandemica, oltre a rinunciare a 2,4 milioni di euro in bonus. Decisioni che lo hanno condotto a chiudere il 2020 con un compenso complessivo pari a 0,9 milioni di euro. Intanto, nella giornata del 12 aprile, Unicredit ha risposto per iscritto alle domande dei soci sulla retribuzione del neo-amministratore delegato, sottolineando in sostanza come l’obiettivo sia quello di “garantire il giusto livello di competitività e attrazione per un dirigente di alto livello”. In tale contesto, si legge sul sito dell’istituto, “in sostituzione della remunerazione variabile standard per il 2021 e al fine di favorire l’allineamento degli interessi tra il ceo designato e gli azionisti attraverso la dinamica dei prezzi delle azioni (al rialzo e al ribasso), già nel primo anno nel ruolo è prevista un’assegnazione una tantum basata su azioni, che consentirà al sig. Orcel di soddisfare le linee guida sull’azionariato del gruppo, che prevedono che il ceo mantenga un controvalore pari al 200% della retribuzione fissa in azioni”.
La classifica dei banchieri più ricchi
Secondo un’elaborazione di We Wealth sui dati FT-Bloomberg, al secondo posto della classifica dei banchieri europei con le retribuzioni più corpose si posiziona Christian Sewing, attuale ceo di Deutsche Bank. L’istituto, infatti, ha annunciato nella giornata del 29 marzo una riorganizzazione del board, inviando però un “chiaro segnale di continuità”, si legge in una nota, con la stipula di un nuovo contratto per il top banker fino ad aprile 2026. A tal proposito, Sewing trasferirà la responsabilità dell’investment bank e della corporate bank a Fabrizio Campelli, attualmente chief transformation officer, mentre assumerà a sua volta ulteriori responsabilità per la funzione “risorse umane” alla cui guida resterà Michael Ilgner.
Chiudono la rosa dei 16 banchieri più retribuiti a livello europeo Noel Quinn di Hsbc (4,7 milioni), Jes Staley di Barclays (4,5 milioni), Bill Winters di Standard Chartered (4,2 milioni), António Horta-Osório di Lloyds Banking Group (3,9 milioni), Jean-Laurent Bonnafé di Bnp Paribas (3,8 milioni), Carlo Messina di Intesa Sanpaolo (3,7 milioni), Manfred Knof di Commerzbank (3,4 milioni), Carlos Torres Vila di Bbva (3,1 milioni), Alison Rose di NatWest Group (2,9 milioni), Frédéric Oudéa di Societe Generale (2,6 milioni), Philippe Brassac di Crédit Agricole (2,4 milioni) e Steven van Rijswijk di Ing (2,2 milioni, cifra annualizzata sulla base dei sei mesi in cui ha ricoperto la posizione di amministratore delegato).