Avviare una campagna su un portale di equity crowdfunding permette alle pmi di raccogliere capitale di rischio da una pluralità di investitori
Nel 2020, il mercato italiano ha sfiorato i 100 milioni di euro di raccolta
Questo strumento di finanza alternativa presenta una serie di vantaggi, dall’elevata esposizione mediatica alla rapidità dei processi
Ma quali sono i vantaggi per le aziende che ricorrono a questo strumento per finanziarsi? Un primo punto riguarda la compliance. “Raccogliere capitali in maniera pubblica è un’attività riservata. Utilizzare un portale di equity crowdfunding consente di mettersi a riparo da eventuali violazioni normative”, evidenzia Arioldi. A questo, spiegano i due esperti, si affianca una certa esposizione mediatica. “Ogni operazione di crowdfunding è in primis un’operazione di marketing – dichiara Arioldi -. Inoltre, l’azienda impara a gestire una pluralità di soci a cui dovrà rendere conto, e questo responsabilizza e qualifica professionalmente il management”. In questo contesto, gli investitori possono rappresentare un vero e proprio valore aggiunto per la società, portando a bordo il proprio know-how e le proprie competenze. Un altro aspetto da non trascurare riguarda “la rapidità del processo, dal primo approccio allo svincolo dei capitali” aggiunge Baldissera Pacchetti, spiegando come, nel caso di CrowdFundMe, il tutto si svolga in circa 4 mesi. In particolare: 1-2 settimane di due diligence, 4-6 settimane per la fase di lancio, 60 giorni di raccolta e 2 settimane per lo svincolo dei fondi. Secondo Arioldi, l’equity crowdfunding è come una “piccola quotazione in borsa”, ma senza un vero e proprio mercato secondario. “Per questo – spiega il general manager – abbiamo creato Crowdarena, la prima bacheca europea per l’acquisto e la vendita di quote di startup e pmi che hanno chiuso con successo una campagna di crowdfunding sul nostro portale. Sempre per aumentare la liquidità degli investimenti crowd, ispirandoci al modello di Spotify (che nel 2018 ha debuttato in Borsa con un collocamento “diretto”, senza una vera e propria Ipo, ndr) abbiamo brevettato un marchio europeo denominato Crowdlisting®, che permette alle società, una volta raggiunto il target di raccolta, di effettuare il cosiddetto direct listing (la quotazione diretta delle azioni) su Euronext, allargando così il bacino di potenziali investitori”.
Per dare alcuni numeri di mercato, stando ai dati dell’Osservatorio sul Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2020 l’equity crowdfunding in Italia ha sfiorato i 100 milioni di euro di raccolta (una crescita del 50% rispetto al 2019). Secondo Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio, il 2021 dovrebbe vedere una conferma o addirittura un superamento di questo risultato. “Il mercato sarà sostenuto dall’elevata liquidità in circolazione e dalle detrazioni fiscali per chi investe in startup e pmi innovative” spiega Giudici. Tuttavia, esiste ancora un divario in termini di volumi tra l’Italia e paesi come Germania e Francia. Un gap che, spiega, si sta riducendo alla luce della progressiva maturazione del mercato italiano e del sempre maggiore interesse da parte del mondo del private banking e del risparmio gestito verso questo strumento.
(articolo tratto dal magazine We Wealth di maggio 2021)