L’alta orologeria indipendente: l’orologeria indipendente è a un punto di svolta. Un’ondata di interesse senza precedenti ha investito il settore e ha portato i prezzi del mercato secondario alle stelle. Come risultato, i collezionisti – e peggio, gli speculatori – hanno iniziato a cercare quello che sperano sia la prossima grande corsa. L’attuale “ascesa degli indipendenti” può essere paragonata direttamente all’era dell’hyperwatch. Nella prima decade del nuovo millennio si è infatti assistito al proliferare di nuovi marchi che producevano orologi che nessuno chiedeva. Tutto questo è durato fino alla grande crisi finanziaria che ha causato una massiccia correzione da cui la categoria ha impiegato anni e anni per riprendersi. Ragionare per marchio e modello, è una scelta sempre migliore che scegliere per categoria.
Il ritorno degli Skin Diver: dopo anni in cui i produttori rincorrevano le assurdità “impermeabili” dei consumatori – a partire dagli anni 2000 è stata indetta la “guerra all’acqua” che ha portato alla produzione di orologi resistenti a profondità di oltre 200 metri – si è tornati (per fortuna) al passato. E così gli orologi subacquei, diventati per questa ragione troppo spessi e grossi, potrebbero presto riabbracciare lo stile anni ’60 degli Skin DIver. D’altronde c’è un motivo se il Sinn U50 è così amato. È indossabile e ben proporzionato.
Democratizzazione e decentralizzazione del know-how: la Svizzera non è sempre stata l’epicentro del mondo degli orologi. Secondo l’orologiaia Rebecca Struthers infatti la Svizzera lo è diventato solo producendo copie industriali di orologi provenienti Oltremanica, dove l’orologeria di lusso è effettivamente iniziata. Tutto questo per dire che gli imperi nascono e cadono. Anche gli Stati Uniti erano al vertice dell’industria a metà del 1800. Nel 2022, sarebbe auspicabile vedere l’ascesa di altre nazioni che entrano nel mondo dell’orologeria industrializzata. Il Giappone e la Germania producono degli orologi fantastici e hanno contribuito con il loro know-how al settore. Un numero ancora maggiore di player potrebbe solo produrre più know-how e portare idee sia a livello di ingegneria che di design.
Ricorda che è una maratona, non uno sprint: come in molti altri ambiti, anche nel mondo dell’orologeria c’è un problema di moda, moda che quando si tratta d’affari il più delle volte è riscrivibile come miopia. Nell’ultimo decennio l’interesse per gli orologi si è espanso così rapidamente che molti marchi hanno scelto di reagire piuttosto che rispondere, il che non è esattamente in linea con il pensiero stoico che ha portato l’orologio svizzero attraverso la crisi del quarzo e nell’era attuale. A ciò si lega l’esigenza di andare in contro al consumatore istruito, colui che effettivamente sa riconoscere il valore di un orologio. L’auspicio per il 2022 è che si senta parlare gli orologiai e un po’ meno il reparto marketing.