Don e Mera, i talent scout del museo Rubell

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Collezionisti dal 1965, quando acquistarono il primo lavoro (a rate), oggi Don e Mera Rubell possiedono a Miami una delle più significative e vaste gallerie di arte contemporanea del mondo. Che ospita anche autori emergenti, come il pittore ghanese Amoako Boafo, accanto a mostri sacri del calibro di Koons, Haring, Weiwei e Cattelan









Il pittore Amoako Boafo, nato in Ghana e al centro di una irresistibile ascesa nelle recenti aste internazionali di arte contemporanea, è solo uno degli artisti presenti nel museo privato della famiglia Rubell di Miami. Accanto ai suoi lavori troviamo – solo per citarne alcuni - quelli di Cindy Sherman, Jeff Koons, Keith Haring, Rosemarie Trockel, Elizabeth Peyton e ancora quelli di Isa Genzken, Anselm Kiefer, Neo Rauch, Paloma Varga Weisz, Yayoi Kusama, Ai Weiwei, Maurizio Cattelan. Una collezione che conta più di 7.200 opere di cui circa 300 esposte nell'ampia sede del museo situata nel quartiere di Allapattah, vicino al centro città.




E non è un caso che il giovane artista di origini ghanesi sia presente in questa prestigiosa raccolta. I coniugi Rubell, abilissimi scopritori di talenti, già all'inizio del 2019, prima ancora che iniziassero le speculazioni in asta che hanno contribuito a farne lievitare i prezzi, hanno acquistato alcuni suoi lavori tutt'ora in collezione. Sette per la precisione tra i quali Hudson in a Baby Blue Suit, 2019, Jeremy 2019, Missy May 2019, Red Rose 2019, e tre autoritratti dell'artista. I ritratti coloratissimi, dipinti per lo più con le mani, hanno avuto la loro consacrazione quando i coniugi Rubell hanno selezionato l'autore come artist-in-residence per l'inaugurazione della nuova sede del loro museo privato tenutasi lo scorso 4 dicembre 2019.

Fin dal principio, i Rubell si sono concentrati sulla ricerca di artisti all'inizio della loro carriera e su quelli che sono stati trascurati dal grande pubblico. Sono stati tra i primi ad acquisire opere di rinomati artisti contemporanei, supportandoli nei momenti critici del loro percorso. La loro ricerca avviene visitando studi, spazi d'arte, fiere, gallerie, biennali e musei e parlando con artisti, curatori e galleristi. Se il lavoro li conquista, scavano più a fondo, conducendo ricerche approfondite e conversazioni senza tempo prima di accoglierlo nella loro collezione. Il risultato è una collezione ampia e profonda che rivela sia risonanze che dissonanze e che comprende artisti delle più disparate aree geografiche.





Sono state così create 48 mostre tratte interamente da dipinti, sculture fotografie, video e installazioni, tutti presenti nella collezione. Alcune di queste mostre sono considerate rivoluzionarie come 30 americani, Keith Haring: Against All Odds e No man's land, portate in musei a livello internazionale e accompagnate da importanti pubblicazioni.

L'approccio dei Rubell al collezionismo e l'agilità nell'organizzazione di mostre hanno consentito a molti artisti emergenti e poco conosciuti di ottenere le loro prime esibizioni museali e li ha presentati al pubblico. Questo discorso vale ad esempio per artisti come Nina Chanel Abney, Lucy Dodd, Thomas Houseago, Zhu Jinshi e Oscar Murillo. E per i giovani artisti entrare nella collezione Rubell rappresenta un trampolino di lancio verso una carriera luminosa e internazionale.




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I Rubell hanno iniziato a collezionare 54 anni fa quando Don Rubell frequentava la facoltà di medicina e Mera Rubell insegnava all'Head Start, e continuano a seguire la stessa pratica oggi, ora con il figlio Jason. Hanno acquisito il loro primo lavoro dopo una visita in studio e sono stati in grado di farlo solo pagando un modesto piano di rate settimanali. L'arte è diventata la passione dei Rubell e, da quella prima acquisizione nel 1965, hanno costruito una delle collezioni più significative e di vasta portata di arte contemporanea al mondo. Nel 1993, la loro passione è diventata la loro missione con l'apertura della Rubell Family Collection / Contemporary Art Foundation nel quartiere Wynwood di Miami, che ha avviato la strada a un nuovo modello per la condivisione di collezioni private con il pubblico e ha stimolato lo sviluppo del quartiere come uno dei distretti d'arte e design leader negli Stati Uniti. Fino poi ad arrivare nel 2019 al trasferimento nella nuova sede nel quartiere di Allapattah e al salto come museo privato.





La forma del museo privato utilizzata oggi dai Rubell per condividere la loro ricerca d'arte coinvolge direttamente la comunità locale e la collezione è vista come potenziale motore di miglioramento sociale. Questo modello è di base votato alla riqualificazione e alla rigenerazione urbana. Tramite il museo il quartiere periferico e popolare ha acquisito interesse e valore.








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Il Museo Rubell rappresenta un nuovo tipo di istituzione che funge da sostenitore di un mix diversificato di artisti contemporanei che sviluppano un dialogo continuo con il pubblico e il mondo dell'arte internazionale. Da quando i Rubell si sono trasferiti a Miami 29 anni fa, molti musei e collezioni pubbliche hanno aperto e la città ha sviluppato un'impronta artistica vitale. Miami in pochi anni è diventata un punto di interesse per arte, musica, architettura, moda e design in una costante contaminazione reciproca che si autoalimenta di anno in anno come avviene in particolare con Art Basel, che nel mese di dicembre ha a Miami Beach una delle sue edizioni estere; e con Design Miami, che tra fine novembre e inizio dicembre richiama appassionati e collezionisti da tutto il mondo.




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Specializzato in diritto tributario presso la Business School de Il Sole 24 ore e poi in diritto e fiscalità dell’arte, dal 2004 è iscritto all’Albo degli Avvocati di Milano ed è abilitato alla difesa in Corte di Cassazione. La sua attività si incentra prevalentemente sulla consulenza giuridica e fiscale applicata all’impiego del capitale, agli investimenti e al business. E’ partner di Cavalluzzo Rizzi Caldart, studio boutique del centro di Milano. Dal 2019 collabora con We Wealth su temi legati ai beni da collezione e investimento.

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