La pandemia ha avuto l’effetto di accelerare alcuni processi già in atto nel settore, come specializzazione e digitalizzazione. Negli ultimi anni, infatti, si è osservata una riduzione del numero di attori nel mercato a fronte di un aumento del fatturato complessivo. Nel 2019 operavano in Italia 1.667 gallerie, 610 unità in meno rispetto al 2011. Lo stesso dicasi per gli antiquari, che da 1.890 nel 2011 sono diventati 1.593 nel 2019. Le transazioni però sono balzate del 2% nello stesso periodo, con un aumento della quota di quelle digitali, passata dal 10% del 2015 al 70% del 2021.
Nel 2020 la contrazione del fatturato estero è stata solo di 3 punti percentuali rispetto al 2019. A soffrire lo scorso anno è stato – comprensibilmente – il settore della logistica, segmento da 70 milioni di euro nel 2019. Nel 2020 ha infatti subito un crollo di fatturato tra il 70% e il 90%. Nell’ambito delle polizze dell’arte – mercato che a livello mondiale è stimato in 2,3 miliardi di dollari – l’Italia è ai primi posti in Europa dopo Regno Unito, Germania e Francia.
Infine, attraverso un sondaggio somministrato alle associazioni di settore, Nomisma ha potuto individuare le principali sfide del comparto nel prossimo futuro. In primo luogo, una strategia dii lungo periodo per la formazione a supporto dello sviluppo delle competenze del settore (32 accademie e istituti di eccellenza, più di 2.200 studenti diplomati ogni anno). L’80% degli intervistati ritiene inoltre che il sistema fiscale e l’eccessiva burocrazia relativa alla circolazione internazionale dei beni (in ingresso ed in uscita dall’Italia) costituiscano i principali elementi che limitano lo sviluppo dell’industria nel Belpaese. Bisognerebbe garantire maggiore certezza dei tempi nel rilascio delle autorizzazioni, quando richieste. Infine, sarebbe di aiuto la creazione di una banca dati sui beni notificati pubblicamente accessibile relativa.