Il Salone del mobile ha aperto le porte a settembre con un evento speciale che ha messo in mostra il design contemporaneo ai suoi massimi livelli. Il “Supersalone” si è tenuto dal 5 al 10 settembre presso la fiera di Milano Rho e ha coinvolto tutta la città di Milano, punto di riferimento a livello mondiale del design del settore casa, arredo e illuminazione.
Partiamo dai protagonisti di questo evento speciale. Il curatore è stato l’architetto Stefano Boeri, che si è fatto affiancare da un team internazionale di co-progettisti. L’architetto milanese, noto per i suoi progetti internazionali ma anche per l’impegno accademico e istituzionale, ha già ricoperto il ruolo di curatore di eventi come MIArch (2013), Milano Arch Week (2017) e SUSAS (2017) solo per citare gli incarichi più recenti. In occasione del Supersalone ha proposto percorsi innovativi nel design in grado di mettere in risalto progetti e prodotti in un contesto fatto di prossimità, riflessione e condivisione.
Tra i protagonisti c’è stata anche Maria Porro, classe 1983, la nuova presidente del Salone del Mobile che ha fatto da cabina di regia per l’evento speciale di settembre. La Porro, già presidente di Assarredo, è stata eletta dal Cda di Federlegno Arredo Eventi alla guida della più importante manifestazione di design a livello internazionale. A proposito del “Supersalone”, aveva dichiarato che sarebbe stata “un’edizione speciale con un formato diverso” e che sarebbe stato “importante non perdere un altro anno visto
che nell’aprile 2022 ricorre il 60° anniversario della Manifestazione, quindi è una preparazione per la grande celebrazione. Non prevediamo che la città sia affollata come prima. Ma non si tratta di quantità. Parliamo della qualità del ritrovarci insieme là e vedere ciò che l’industria
del design creativo ha realizzato negli ultimi 18 mesi. Condividere le aspettative per il nostro nuovo futuro e la nuova normalità”.
Il format dell’evento si è caratterizzato infatti per la scenografia e l’allestimento. La scenografia è stata pensata per valorizzare le novità e le creazioni messe a catalogo negli ultimi diciotto mesi dalle aziende. Il visitatore ha potuto così navigare liberamente all’interno di una grande biblioteca del design, un enorme archivio, nazionale e internazionale, della creatività.
Guardando all’allestimento, si è caratterizzato per la presenza di aree e percorsi tematici: arene e talk con i protagonisti del panorama culturale e creativo contemporaneo, lounge riservate agli incontri commerciali delle aziende, aree dedicate ai giovani delle scuole di design e all’esposizione, a cura dell’Adi (Associazione per il Disegno Industriale). Grande attenzione è stata dedicata a circolarità e sostenibilità nella scelta dei materiali.
In centro città, sotto l’insegna del “Fuorisalone”, sono stati organizzati itinerari tematici, esposizioni in luoghi affascinanti e meno conosciuti, eventi mondani in location d’eccezione, cocktail in negozi e showroom, feste in piazza e incontri con architetti e designer nelle librerie.
La Triennale Milano è stata l’hub del “Supersalone”, con un palinsesto di mostre ed eventi inediti. All’interno dell’edificio si è potuto visitare anche il Museo del Design Italiano che presenta, in un allestimento permanente, una selezione dei pezzi più iconici e rappresentativi del design italiano.
L’edificio ospita anche la sede dell’archivio storico Adi. Gli oggetti di design da collezione destano grande interesse anche in asta dove i pezzi più iconici sono acquistati a suo di martelletto. La clientela internazionale cerca questo tipo di beni anche per investimento. Ricercatissime le piccole edizioni e i pezzi unici che acquisiscono valore nel tempo e danno al possessore l’appagamento dell’unicità del bene.
L’interesse dei collezionisti anche nell’ultimo difficile periodo si è mantenuto alto. Nel corso del 2020 e in quest’inizio del 2021 il mercato ha beneficiato di nuovi utenti avvezzi al digitale che hanno sfruttato i lockdown per sfogliare cataloghi online e acquistare oggetti nelle grandi aste internazionali in formato digitale.
Peculiarità del periodo sono state le aste che hanno unito arte e design in cataloghi unici a sottolineare le affinità tra queste due categorie di beni che tranquillamente interessano un pubblico trasversale.
Guardando al 2021, il primo semestre ha segnato numeri importanti. L’ultima grande asta si è tenuta il 30 giugno 2021 a Londra. La casa d’aste Phillips ha realizzato in quell’occasione 11,7 milioni di sterline, record di fatturato per il dipartimento di design. Curiosando tra aggiudicazioni e record troviamo una coppia di vetrine di Carlo Scarpa del 1957 che ha realizzato 352.800 sterline (pari a 410.377 euro) partendo da una quotazione iniziale di 150mila – 200mila sterline.
L’architetto veneto ha così realizzato il suo record d’asta superando abbondamene il precedente del 2018 di 248.750 sterline. Nella stessa asta di Phillips aggiudicazioni milionarie per Jean Dunand con la sua Sala fumatori Les Palmiers, 1930-1936, battuta per 3.289.500 sterline, pari a 3.826.346 euro, (stima tra 1,5 e 2 milioni di sterline) e, Ron Arad con Prototipo D-Sofa, 1993, battuto per 1.232.500 sterline, pari a 1.704.794 euro, (stima 80mila – 120mila sterline). Valori molto vicini a quelli delle grandi opere d’arte appunto.