Delle moto un’icona, dell’Harley Davidson una leggenda. Parliamo naturalmente della Sportster – per gli amiciSporty – una motocicletta il cui nome, rombo e prestazioni riecheggiano da più di 60 anni a questa parte. Sconfitte le britanniche, sopravvissuta alle giapponesi la Sportster è ancora una delle motociclette più bramate dagli appassionati delle due ruote.
Era il 1957 e in America, a quel tempo, andavano di moda le motociclette bicilindriche della Regina. Triumph, BSA, Norton erano tutte moto più agili e maneggevoli dei grossi bicilindrici americani. Tant’è che Harley Davidson – al pari delle altre case made in Usa – era entrata in crisi. Come far fronte all’invasione britannica? A Milwaukee l’idea fu di introdurre un peso medio, o perlomeno non così pesante come i Panhead, i cosiddetti “Big Twin”. Fu un’idea che si rivelò più che azzeccata e che prese il nome di Sportster e che ancora oggi, a distanza di 60 anni, è ancora prodotta.
L’intento era chiaro: la Sporty doveva essere una moto inconfutabilmente sportiva. La prima Harley Davidson ad esserlo. Il motore recava scritto tre numeri passati poi alla storia: 883 (sì, come la band italiana). Valvole in testa “Ironhead”, con testa in Ghisa. Quanto all’estetica il serbatoio aveva una forma tutta sua: “peanut” fu ribattezzato, per la sua somiglianza a una nocciolina. Originariamente della capacità massima di soli 8,5 l, successivamente aumentata a 12 litri e oltre, il peanut da sempre è considerato una pietra miliare nel design motociclistico. Alla XL, il primo modello introdotto nel 1957, seguirono l’anno successivo le versioni più spinte XC e XLCH, in grado di toccare i 150 km/h con una potenza di 60 cv e di coprire il quarto di miglio in appena 14 secondi.
Nel 1960, la produzione era aumentata di quasi il 40% rispetto al primo anno, raggiungendo le 2.765 unità. Nel 1967, la produzione era salita a 4.500 unità, seconda solo alla Electra-Glide, il modello di punta della gamma. Nel 1974, la mania per gli Sportster raggiunse il suo apice, con un’impennata della produzione fino a 23.830 unità, grazie all’aumento della cilindrata da 883 a 1000 cc nel 1972. Il cambiamento certamente più radicale, avvenuto nell’evoluzione del modello, è costituito dalla completa riprogettazione delle due unità propulsive, avvenuta nel 1986 con la nascita della versione Sportster del motore Evolution, che mandò in pensione l’ormai obsoleto IronHead. Tra i modelli più di successo, sopratutto in Italia, non si può non citare la Fourty-Eight
Nel film del 1996 “Fuga da Los Angeles” diretto da John Carpenter, il personaggio principale Jena Plissken interpretato da Kurt Russell, in una scena d’azione si trova a tentare di fuggire a bordo di una Harley Davidson Sportster, inseguito da dei nemici anche loro a bordo della stessa moto. In una delle copertine ufficiali del film riportano l’immagine di Kurt Russel a bordo della Sportster.