Nft e arte, un matrimonio possibile?

A poco più di un anno dal roboante ingresso – era marzo 2021 – nel mercato dell’arte dei non fungible token (nft), emergono le prime criticità. Gli nft hanno registrato nella prima parte del 2022 una forte riduzione di scambi e controvalore. Le transazioni sono passate da un ammontare di 16,57 miliardi di dollari (gennaio 2022) a 1,04 miliardi di dollari di giugno 2022. Tra le cause: la crisi dei mercati finanziari del primo semestre e quella conseguente dei broker delle criptovalute normalmente utilizzate per i pagamenti degli nft. Celsius, BlockF, Vauld e Vayager Digital hanno bloccato i prelievi da parte degli investitori e portato i libri in tribunale (fonte: Il Sole 24 ore online del 25.07.2022).
“Il fenomeno degli nft è nato come effetto di trascinamento delle criptovalute e dello sviluppo della blockchain”, afferma Pier Giulio Lanza, fondatore e direttore del DART Dynamic Art Museum di Milano (il museo ha in programma per novembre una mostra in Cina presso il CAFA Art Museum di Beijing). “È inevitabile che il denaro stimoli l’arte. Il mecenatismo è sempre stato la benzina del settore artistico. Non stupiamoci che le criptovalute lo abbiano incoraggiato”, continua Lanza. È altrettanto vero che la contrazione recente delle criptovalute può aver creato un effetto negativo sullo sviluppo dell’arte digitale. Ad ogni modo gli nft nell’arte costituiscono un elemento positivo: hanno incoraggiato un nuovo modo di esprimersi. Non si tratta più di un fenomeno ai margini, ma di una corrente artistica riconosciuta e affermata, con una community molto forte di collezionisti e grandi eventi. Si pensi al recente NFT.NYC 2022.
Alla luce di ciò, è difficile pensare che si possa tornare indietro. La prossima edizione di Art Basel Miami per esempio dedicherà una parte importante agli nft, con centinaia di artisti e migliaia di opere”. Anche per Lorenzo Fiaschi, fondatore di Galleria Continua, gli nft supportano l’arte e sono destinati a rappresentare un’alternativa per la sua fruizione. “Beeple ha messo sotto i riflettori un fenomeno che cresceva inosservato da anni, ignorato da gallerie e fiere. È normale che gli artisti provino a servirsi di nuovi strumenti di creazione. Oggi l’arte digitale fa parte del mercato dell’arte tradizionale. Case d’asta e fiere dedicano sempre più spazio ad artisti e opere digitali. Anche le gallerie, ma con più cautela”. A livello internazionale, è il mercato Usa a raccogliere il maggior fatturato nft, tramite i suoi marketplace. In Europa sono le grandi case d’asta inglesi a mantenersi attive nel settore.
In Italia, il DART Museum ha curato la seconda edizione dell’evento “Dart 2021 NFT Art of the future”, conclusosi lo scorso maggio 2022. La casa d’aste Pandolfini ha di recente costituito un dipartimento ad hoc per trovarsi pronta di fronte ad una delle “più grandi rivoluzioni in ambito artistico e finanziario”. Per Lorenzo Fiaschi “gli nft trascendono per definizione le barriere nazionali, situandosi in una dimensione virtuale, che è globale. C’è interesse per l’arte digitale in Cina così come in Italia o in Francia, la quale desidera imporsi come hub per la blockchain in Europa. Ma è in Italia che si riscontra la maggior apertura – anche istituzionale – verso l’arte digitale. L’esposizione Let’s Get Digital (dal 18 maggio al 31 luglio 2022, ndr) di Palazzo Strozzi a Firenze è stata una mostra epocale, avendo messo insieme le opere e gli artisti digitali più importanti fino a oggi”.
Per quanto riguarda gli artisti, gli nft sono uno “stimolo” sia per i “tradizionali” che per i nativi digitali, come sottolinea Pier Giulio Lanza. “Gli nft d’arte sono un fenomeno consolidato, da miliardi di dollari e molte centinaia di artisti. Costoro spesso provengono dall’arte fisica, con la quale mantengono un alto grado di affezione, producendo sia la forma tangibile che non tangibile dell’opera, al contrario degli artisti nativi digitali”. Lorenzo Fiaschi sottolinea che “parlare di arte digitale non equivale a parlare di nft; un oggetto digitale può essere autenticato in modi autonomi dalla blockchain. L’arte digitale è il punto di incontro fra arte e tech: vi confluiscono molteplici profili di collezionista, dai crypto entusiasti a chi semplicemente ama l’arte contemporanea o un artista specifico. In entrambi i casi, si riconosce l’importanza della dimensione virtuale nell’esperienza umana e di una forma concettuale di possesso”.
Il pubblico sta dimostrando di amare soprattutto le opere che uniscono digitale e fisico. “Grandi schermi, led, proiettori ad altissima luminosità sono alcuni degli strumenti più efficaci per la presentazione dell’arte digitale. L’interesse maggiore è tra i 20enni e i 30enni. L’età sale se le opere sono più sofisticate e costose”, precisa Pier Giulio Lanza. Conferma Lorenzo Fiaschi: “Nft è un certificato di autenticità. L’arte digitale si presenta sotto forma di molti media diversi: video o oggetti 3D, jpeg statici o immagini evolutive (generative, ovvero che si modificano secondo fattori esterni), AR e VR. Nell’arte digitale il medium è importante per chi è in grado di apprezzarlo. Come in quella tradizionale”. Il sistema della circolazione degli nft deve però essere messo a punto, a partire dalla mancanza di un vero mercato secondario. Sul lato dei pagamenti in criptovaluta, i giudici italiani in una recente sentenza hanno evidenziato che le monete virtuali rientrerebbero nel novero di quegli strumenti finanziari a carattere speculativo idonei ad integrare il reato di autoriciclaggio (sentenza 13 luglio 2022, n. 27023 Corte di Cassazione), nei casi in cui i sistemi garantiscano l'anonimato dei detentori delle crypto.