Prosegue l’offensiva della Gdf contro i patrimoni degli oligarchi in Italia
Ammonterebbe a circa 2 miliardi di euro il valore dei beni ad oggi sequestrati in Italia agli oligarchi russi
Qual è il valore degli asset sequestrati?
Il conflitto in corso in Ucraina sembra non conoscere arresti. Al contrario, l’intensità della guerra che si sta combattendo poco fuori i confini dell’Unione europea e contrassegnata più da escalation che da dietrofront.
Tuttavia, non si arrestano neppure le misure sanzionatorie adottate dall’Ue e dagli Stati membri nei confronti delle persone più vicine al Cremlino.
Per quanto concerne l’Italia, infatti, la Guardia di Finanza, senza soluzione di continuità ha – a partire dal primo round di sanzioni – continuato a congelare i beni di quegli oligarchi che, a vario titolo, detengono nel nostro Paese asset, immobiliari e non.
Secondo alcune stime parrebbe che, ad oggi, il patrimonio riconducibile a privati e imprese russe operanti in Italia “sequestrato” dalle fiamme gialle ammonterebbe a 2 miliardi di euro.
Quali sono i beni oggetto di sequestro?
I beni sequestrati sono soprattutto immobili, yacht, aerei, auto di lusso e imprese.
Tra le ultime operazioni occorre fare menzione delle misure sanzionatorie indirizzate a Eduard Yurevich Khudaynatov, uomo chiave di un’importante società di raffinazione petrolifera russa.
La Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro la storica Villa Altachiara a Portofino, Villa Serena a Roma, alcune società allo stesso riconducibili, auto di lusso. e il superyacht Scheherazade.
Quest’ultimo, solo apparentemente sarebbe riconducibile a Khudaynatov: alcune fonti, infatti, mettono in evidenza che il vero proprietario dell’imbarcazione, dal valore di 650 milioni di euro, sarebbe Putin.
Ma non è tutto. Alla luce degli ultimi interventi della Guardia di Finanza, sono stati apposti i sigilli anche al complesso immobiliare di Grigory Vikotorovitsi Berezkin, situato a Sirmione, dal valore di 15,2 milioni di euro.
L’Italia, meta ambita dagli oligarchi
Se gli Emirati Arabi Uniti sono il luogo prescelto dagli oligarchi ove trasferirsi e mettere al riparo beni e capitali dal rischio di sequestro da parte delle autorità degli Usa e dell’Ue e, inoltre, se Cipro è senza dubbio uno dei principali porti di approdo degli oligarchi in Europa (nell’isola del Mediterraneo, risiede il 17% dell’azionariato russo in Europa, con un valore contabile stimato in 106,5 miliardi di dollari), anche l’Italia vanta rapporti intimi e consolidati con gli oligarchi.
Nel nostro Paese, infatti, all’inizio della politica sanzionatoria, risultavano esserci oltre 2000 titolari effettivi di società distribuiti in 1.300 aziende. La maggiore concentrazione è nella provincia di Milano, seguita da quelle di Roma, Brescia, Firenze e Rimini, per un valore complessivo contabile pari a circa 2,5 miliardi di dollari.