Il primo ritratto ufficiale di Re Carlo III è stato “scoperto” dal monarca stesso il 14 maggio scorso a Buckingham Palace. È stato commissionato dalla Worshipful Company of Drapers, una delle più di cento corporazioni della City of London, fondata nel 1361 ma in esistenza informalmente già nel XII secolo. Potentissima associazione professionale di mercanti di lana e stoffa, è attiva ancora oggi con forza non solo con funzioni cerimoniali ma anche come istituzione caritatevole, con grande enfasi sull’educazione. L’incarico fu dato nel 2020 per commemorare i cinquant’anni del nuovo re come membro della corporazione, e il dipinto, ultimato solo dopo l’incoronazione, andrà ad aggiungersi ai ritratti reali delle favolose stanze della Drapers’ Livery, di qui le grandi dimensioni.
Il grandioso ritratto di Re Carlo III, fra polemiche e lodi
Inutile dire che l’opera ha suscitato immediatamente sia forti critiche che grandi lodi, è il destino di tutte le grandi commissioni. È visibile sino al 14 giugno alla galleria Philip Mould & Company in Pall Mall e sembra passerà l’estate a Buckingham Palace durante l’apertura del palazzo al pubblico, per essere collocato nella sua destinazione definitiva in autunno. Andare a vederlo è importante: molte delle critiche che lo definiscono un bagno di sangue o una voragine di rosso, evaporano, perché dal vivo si percepiscono tutte le variazioni cromatiche che quattro anni di lavoro hanno apportato, pennellata dopo pennellata, e l’effetto è sontuoso, non abbacinante.

Jonathan Yeo, Portrait of His Majesty King Charles III (2024)
Jonathan Yeo, ritrattista autodidatta che le star amano
Il dipinto è stato eseguito dal londinese Jonathan Yeo, noto ritrattista di celebrità e del mondo aristocratico. Classe 1970, Jonathan è un pittore completamete autodidatta: educato in una delle grande scuole storiche di Londra, Westminster, dove divenire artisti era davvero l’ultima risorsa, lui stesso non poteva prevedere fosse più che un hobby, anche se già giovanissimo riusciva a ritrarre volti e caratteri con grande fedeltà, merito di ore passate a scuola a disegnare durante le ore di lezione… I suoi esordi concisero con un momento storico in cui il ritratto era cosiderato passé, lo stesso Lucian Freud era in un certo senso fuori moda. Lui stesso ammette che essersi dedicato a un tema completamente controcorrente lo ha aiutato a divenire quello che è ora: meno pressione e competizione, più concentrazione.
Ha ritratto Tony Blair, Kevin Spacey e Nicole Kidman, Ruperth Murdoch e della regina Camilla (quando ancora era Duchessa di Cornovaglia): la lista è lunga e copre buona parte della grande società internazionale e il suo talento è stato celebrato da una grande mostra monografica alla National Portrait Gallery nel 2013-14. Rimane nella storia il suo ritratto di George W. Bush del 2007, un collage di ritagli di giornali pornografici, stessa tecnica usata per ritrarre Paris Hilton e creare Reflections (Homage to Lucian Freud) nel 2008. Alla base, l’idea di come i ritrattati vengono percepiti pubblicamente: che sia vero o meno, sono figure che nell’immaginario collettivo hanno una moralità assolutamente dubbia e un comportamento sessuale disdicevole.

Jonathan Yeo, Reflections (Homage to Lucian Freud), collage, 2008
Grande sperimentatore – un articolo intero andrebbe dedicato al suo ingresso nel mondo della scultura usando la realtà virtuale – riesce a inserire nei suoi ritratti una quantità di informazioni nettamente superiore a quanto uno scatto fotografico riuscirebbe a fare: il ritratto dipinto assume una forte connotazione temporale, è un assemblaggio di tantissime immagini che viene creato in mesi, questa volta anni. Lui stesso ci dice come aver lavorato sull’immagine di Carlo III per quattro anni, con l’imprevista incoronazione in mezzo, gli ha permesso di notare dei mutamenti nelle pose, nelle espressioni, che ha cercato di ricreare sulla tela. Il re ha posato quattro volte, la prima posa nel 2021, e Yeo ha lavorato usando un grande numero di fotografie, schizzi e bozzetti. La nostra vita, come giustamente aggiunge, è “incisa sul nostro viso” e il suo ruolo è quello di guardare intensamente e dipingere la nostra biografia.

Jonathan Yeo con il ritratto di Carlo III
Il ritratto di Carlo III in dettaglio
Il re è ritratto in uniforme delle Guardie del Galles, un rosso che si mescola a quello dello sfondo, con tutte le medaglie del caso, assolutamente corrette ma che solo si intravedono: è il ritratto di un re, è grandioso, ma non sfacciato, non ci sono scettro o corona, solo una delicata farfalla monarca che si sta posando sulla spalla destra. Questo è un chiaro riferimento all’amore per la natura che ha da sempre contraddistinto il sovrano, ma è anche il simbolo di un cambiamento in atto, ed il gioco di parole è certamente evidente. Un importante ritratto dunque, che va ad aggiungersi agli altri ritratti reali della Drapers’ Livery, con intelligenza e modernità, audace ma non troppo.

Winston Churchill, 1954, alle celebrazioni del suo ottantesimo compleanno in Parlamento
Non solo Re Carlo: altri ritratti regali
Commissionare un ritratto – che sia fotografico, dipinto o scolpito – è sicuramente il modo per controllare la propria immagine, in un momento storico invaso da immagini catturate e diffuse velocemente da altri. Viene immediatamente alla mente il caso di Winston Churchill, uno dei volti più noti del Novecento: ritratto centinaia di volte, era molto attento a come veniva rappresentato.
Il caso del ritratto di Churchill
In occasione del suo ottantesimo compleanno, Churchill ricevette almeno 150,000 regali: uno di questi, ufficiale, era dal Parlamento, che propose un ritratto eseguito da Graham Sutherland. Siamo nel 1954, anni in cui l’artista poco più che cinquantenne era già descritto come uno dei più originali del Paese, famoso per aver detto “I don’t paint pretty pictures”, allontanandosi volontariamente dalle immagini convenzionali del bello. Va detto che la scelta non fu sottoposta a Churchill e a sua moglie… fatto sta che l’effetto che l’opera finita fece a loro tanto quanto a molto del pubblico presente alla celebrazione in suo onore durante l’apertura del Parlamento, fu catastrofico. Talmente forte e duratura fu la reazione che due anni dopo l’opera venne distrutta dalla famiglia – una copia più tarda è al Carlton Club a Londra.
I grandi ritratti e gli studi preparatori in asta
Anche per Sutherland, come per Yeo, lavorare ad un ritratto significava eseguire una serie di studi preparatori. Uno tra i più interessanti, eseguito a Chartwell e donato da lui stesso al suo corniciaio Alfred Hecht, magnifica figura del mondo dell’arte di quegli anni a Londra, è in asta da Sotheby’s, con una stima di £500,000-800,000.

Graham Sutherland, Ritratto di Winston Churchill – bozzetto, Sotheby’s, Londra, 6 giugno 2024, lotto 10
Schizzi, bozzetti, disegni preparatori sono la gioia del collezionista, soprattutto in casi di commissioni pubbliche, dove rimane pressoché impossibile possedere l’opera finita. Andando a vedere il ritratto di Carlo III, è importante esplorare la galleria di Philip Mould, che al momento sta ospitando una bella mostra su Mary Beale, ritrattista inglese del Seicento, insieme ad una selezione di opere più moderne. Tra queste uno studio-ritratto dell’amata Regina Elisabetta II, dipinto da Rupert Alexander nel 2010, in preparazione di un ritratto ufficiale commissionato dalla Royal Warrant Holders Association, ovverosia l’insieme di coloro che possono usare lo stemma del monarca su prodotti commerciali, da Aston Martin a Fortum & Mason. A 38mila sterline ci si può anche pensare…

Rupert Alexander, Sua Maestà la Regina Elisabetta II – bozzetto, Philip Mould & Company, Londra