Austria e Olanda hanno iniziato a reintrodurre restrizioni anti-contagio dopo l’impennata nei nuovi casi. Ma ci sono buone ragioni per credere che il contenimento del Covid, nell’inverno europeo di quest’anno, non richiederà misure paragonabili a quelle del 2020
Con un impatto economico che si prevede moderato, l’azionario europeo è rimasto orientato verso la crescita
Se ci si fermasse a queste evidenze sarebbe lecito aspettarsi un nuovo inverno turbolento per l’economia e per i mercati, che potrebbero essere nuovamente colpiti dalle chiusure e dalle misure anti-Covid. Uno sguardo più approfondito sui dati, però, aiuta a capire perché la nuova ondata che si sta formando in Europa nelle ultime settimane non ha scalfito gli indici azionari. Nel mese che ha portato al 15 novembre, infatti, l’Euro Stoxx 600 ha aggiunto il 3,78%, nonostante la crescita dei contagi (e i timori legati all’inflazione).
Covid, cos’è cambiato rispetto al 2020
A risultare molto diversa rispetto a un anno fa, infatti, è il potere che il Covid-19 avrebbe perduto nel minacciare la tenuta degli ospedali. In nessuno fra i grandi Paesi europei, Austria e Olanda incluse, il numero dei ricoveri è pari o superiore a quello osservato un anno fa. Il 7 novembre in Austria c’erano 1.570 soggetti ospedalizzati contro i 2.533 di un anno prima (-38,02%). Nel Regno Unito, nello stesso periodo, il confronto è fra 8796 ricoverati attuali contro i 14.314 (-38,55%). E se si prendono in considerazione i Paesi attualmente meno colpiti il confronto è ancora più netto. In Italia, ad esempio, il calo dei ricoverati nel confronto anno su anno al 7 novembre è dell’87,15% (3.565 contro 27.743).
Tutto questo sta spingendo gli operatori di mercato e gli economisti a mantenere una visione complessivamente ottimista sul possibile impatto del coronavirus in questo inverno.
L’ipotesi è che i lockdown torneranno “mirati”, come avvenuto in Austria, colpendo una platea specifica di soggetti non vaccinati o che, comunque, le chiusure complete osservate l’anno scorso non saranno nuovamente adottate. Se la pressione del Covid sugli ospedali si manterrà controllabile, un impatto economico moderato in Europa appare come lo scenario più probabile.
Dai dati attualmente acquisiti sembra di osservare un importante contributo dalla campagna vaccinale, data una certa correlazione fra il ritmo dei nuovi contagi e percentuale nell’immunizzazione della popolazione. Se questa tendenza fosse confermata, Portogallo, Spagna e Italia si confermerebbero fra le economie meglio attrezzate per contenere Covid, misure anti-contagio e, in ultima analisi, l’impatto economico della pandemia nel periodo invernale. Sul versante opposto, invece, sarebbero più esposte, in Europa, Svizzera, Austria, Germania e Svezia.
“Non credo che i ristoranti torneranno di nuovo semivuoti, poiché il virus avrà solo un impatto modesto”, ha detto il capo economista di Berenberg, Holger Schmieding, “il più grande rischio al ribasso per la crescita sono catena di approvvigionamento”.