Con il nuovo regolamento l’equity crowdfunding sarà esteso a tutte le società di capitale, non solo alle pmi e startup innovative
Giudici, Polimi: “I costi addizionali annuali, compresi quelli assicurativi, potrebbero aggirarsi fra 20mila e 40mila euro”
Con la Delibera n. 22720 del 1° giugno 2023 la Consob ha adottato un nuovo regolamento in materia di servizi di crowdfunding. Sebbene rimandi in gran parte alla disciplina europea, include anche alcune disposizioni specifiche per l’Italia, sia lato piattaforme (in particolare quelle di lending) che lato aziende. We Wealth ne ha discusso con Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio crowdinvesting della School of management del Politecnico di Milano, per mappare novità e costi; oltre alle date da segnare in calendario.
“In realtà il nuovo Regolamento è molto breve, appena cinque pagine, perché rimanda in gran parte al Regolamento europeo Ecsp e al recepimento avvenuto in Italia con il D.L. 30/2023”, spiega Giudici. “Le novità però sono diverse per le piattaforme e riguardano l’organizzazione, l’autorizzazione e la vigilanza da parte delle autorità di mercato, il funzionamento delle piattaforme, la trasparenza e le comunicazioni di marketing, le sanzioni previste per comportamenti non conformi. Ci sarà un’autorizzazione unica per l’intera Unione europea, un sistema di vigilanza accentrato in capo all’Esma (l’autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ndr) e un passaporto europeo per gli operatori delle piattaforme di crowdfunding che potranno operare con investitori e imprese di più paesi”. Per l’Italia, continua l’esperto, una delle principali novità è “aver finalmente reso uniforme la raccolta di capitale di rischio e quella di debito per le imprese”. Inoltre, il regolamento introduce un modello informativo standardizzato con tutti i dettagli chiave dell’investimento (Key investment information sheet o Kiis) e l’obbligo di un questionario d’ingresso per la verifica degli investitori non qualificati.
Crowdfunding per le Srl: cosa cambia
Consob e Banca d’Italia sono state individuate quali autorità nazionali deputate a vigilare: la prima per garantire la trasparenza e la correttezza dei servizi di crowdfunding (incluse le comunicazioni di marketing) in coordinamento con l’Esma; mentre la seconda si occupa dell’adeguatezza patrimoniale, del contenimento del rischio, della governance societaria e dei requisiti di organizzazione e continuità dell’attività, dell’organizzazione amministrativa e contabile e dei controlli interni. “Per le imprese, la principale novità è l’estensione dell’equity crowdfunding (prima riservato alle sole pmi, comprese le startup innovative) a tutte le società di capitale”, interviene Giudici. “Per facilitare un mercato secondario degli investimenti viene inoltre confermata per le Srl italiane la possibilità di avvalersi del regime alternativo di intestazione delle quote senza costi o oneri né per l’acquirente né per l’alienante”.
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Le piattaforme nel mirino delle nuove regole
Per le piattaforme equity italiane non cambierà molto, essendo già assoggettate ad autorizzazione e vigilanza Consob. “Quelle di lending invece dovranno implementare una serie di nuove procedure ed essere molto più trasparenti rispetto a prima”, avverte Giudici. “Tanto per dire, alcune fra le piattaforme di lending oggi operative non riportano informazioni esaustive sui rendimenti effettivi ottenuti dagli investitori, su ritardi e default nei pagamenti. In ogni caso, tutte le piattaforme equity e lending già operative dovranno ottenere la nuova autorizzazione prevista dal Regolamento Ecsp entro il prossimo 10 novembre, altrimenti dovranno interrompere l’attività”.
Costi addizionali annuali tra 20mila e 40mila euro
“Inevitabilmente le nuove norme comportano maggiori oneri per le piattaforme che intendono operare sul mercato, molte delle quali andranno quasi sicuramente a esternalizzare i controlli sul rischio e sulla compliance”, ricorda Giudici. I costi addizionali annuali, compresi quelli assicurativi, potrebbero aggirarsi fra 20mila e 40mila euro, cui vanno sommati i costi una-tantum per ottenere la nuova autorizzazione nei prossimi mesi. “Considerando che attualmente il mercato del crowdinvesting in Italia è molto frammentato e non c’è spazio per tutti questi operatori, è probabile che assisteremo a una concentrazione”, conclude. “Non prevedo dunque maggiori difficoltà per le imprese che cercano capitale (le quali potranno anche rivolgersi a portali di altri paesi Ue) ed è positivo che ci siano maggiori controlli su trasparenza e conflitti di interesse”.