Negli ultimi anni, l’Italia ha introdotto diversi regimi fiscali agevolativi con l’obiettivo di attrarre talenti, lavoratori qualificati e capitali dall’estero. Tra questi, spiccano il regime dei “rimpatriati”, quello per docenti e ricercatori, il regime per i pensionati esteri e la cosiddetta “flat tax” per i grandi patrimoni. Tuttavia, la possibilità di cumulare questi regimi è stata tradizionalmente limitata dalle normative stesse. Oggi, però, nuove interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate stanno aprendo la strada a scenari più favorevoli per chi rientra in Italia.
Flat tax e limiti di cumulabilità
Vale la pena ricordare che, con la legge 232 del 2016, è stato introdotto l’articolo 24-bis del TUIR. L’articolo 24-bis del TUIR disciplina un regime fiscale agevolato per i neo-residenti in Italia. Questo regime consente a chi trasferisce la propria residenza nel paese di optare per una tassazione forfettaria sui redditi prodotti all’estero, applicando un’imposta sostitutiva fissa pari a 100.000 euro annui, aumentata a 200.000 euro nel 2024. L’obiettivo di questa norma è attrarre in Italia soggetti con elevati patrimoni e redditi, offrendo un trattamento fiscale competitivo rispetto ad altri paesi.
“La stessa legge 232 del 2016 – spiega Ottavia Orlandoni, Partner presso DWF e esperta in diritto tributario italiano e internazionale – prevede espressamente l’incompatibilità tra flat tax e altri incentivi fiscali, come quello per docenti e ricercatori e il precedente regime dei rimpatriati disciplinato dall’articolo 16 del D.Lgs. 147/2015″.
Una nuova apertura normativa
Tuttavia, nel frattempo, il panorama normativo ha subito un’importante evoluzione.
“Nel 2023, il regime dei rimpatriati è stato modificato con l’introduzione dell’articolo 5 del D.Lgs. 209/2023, che ha sostituito la precedente disciplina – dice Orlandoni –. A ciò si è aggiunta la risposta dell’Agenzia delle Entrate all’interpello n. 16 del 2025, che ha evidenziato come, in assenza di una preclusione esplicita, il nuovo regime dei rimpatriati possa essere compatibile con altre agevolazioni fiscali previste per chi trasferisce la residenza in Italia”.
Secondo Orlandoni, “questa apertura interpretativa suggerisce che, pur non essendo prevista una cumulabilità esplicita, i contribuenti potrebbero valutare l’alternanza dei regimi in base alla loro struttura reddituale e alle specifiche condizioni di accesso”.
Una strategia flessibile per professionisti e investitori
In particolare, il nuovo regime dei rimpatriati introduce incentivi specifici per chi trasferisce la residenza in Italia e si impegna a lavorare nel paese per un periodo minimo. Questo potrebbe significare che un contribuente potrebbe inizialmente avvalersi del regime per i rimpatriati e successivamente passare ad altri regimi, come la flat tax per i neo-residenti facoltosi, se soddisfa i requisiti richiesti.
Un’altra modifica chiave riguarda l’articolo 24-bis, che nel 2024 ha visto un aumento della flat tax da 100.000 a 200.000 euro. Questo cambiamento rende ancora più interessante per i contribuenti valutare strategie fiscali che combinino più agevolazioni nel tempo.
“Per esempio, un professionista italiano che ha vissuto all’estero potrebbe trasferirsi in Italia e beneficiare per alcuni anni del regime dei rimpatriati, per poi valutare il passaggio al regime della flat tax per i grandi patrimoni, a seconda delle condizioni economiche e lavorative. Questa flessibilità può risultare particolarmente vantaggiosa per manager, imprenditori e investitori con redditi diversificati”, suggerisce l’esperta.
Un panorama di regimi fiscali per attrarre capitali e talenti
“Va sottolineato, inoltre, che la cumulabilità tra regimi fiscali non è automatica e richiede un’attenta pianificazione. Le norme non prevedono una fusione diretta tra i regimi, ma una possibile alternanza tra di essi in base ai requisiti e alla durata dell’agevolazione”.
È dunque è essenziale sottolineare che ogni situazione deve essere analizzata caso per caso: le agevolazioni fiscali presentano requisiti specifici e condizioni di applicabilità che vanno attentamente valutati con il supporto di esperti del settore.
Ma certamente, conclude Orlandoni, “le recenti interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate offrono nuove opportunità per i contribuenti, ma è cruciale affrontare queste scelte con un’adeguata pianificazione fiscale. La corretta combinazione dei regimi può portare a notevoli vantaggi, ma è necessario valutare attentamente le implicazioni normative e finanziarie”.