“La qualità degli attivi presso le banche dell’area dell’euro rimane ancora al di sotto dei livelli che abbiamo visto pre-crisi 2008. Secondo le stime della Bce, in uno scenario grave ma plausibile i crediti in sofferenza presso le banche dell’eurozona potrebbero raggiungere 1.400 miliardi di euro”
A un certo punto della nostra storia economica recente, quello dei crediti non performanti è diventato un problema. Nel 2016, il livello di npl per le maggiori banche europee era arrivato a 1000 miliardi di euro. Poi, grazie alla Bce, si è dimezzato
La valutazione tradizionale degli npl come asset class è problematica. La classica formula di attualizzazione dei flussi cassa futuri comporta sofisticati problemi di stima. Inoltre vi è un forte squilibrio informativo a favore delle banche
Un finanziamento fornito o garantito a livello europeo consentirebbe a ciascuna società di asset management nazionale di beneficiare della solvibilità Ue e di avere un migliore accesso al mercato
Il picco di npl bancari europei sarebbe dovuto essere di 1000 miliardi di euro. Ma sta salendo a 1,4 trillion. “Un livello enorme, che può mettere a rischio un’intera economia, con effetto contagio. Uno scenario da scongiurare. I crediti deteriorati vanno smaltiti. E la soluzione della vendita degli npl come asset class non è scontata. Per sua stessa natura, la quasi totalità degli npl è illiquida. Non c’è un prezzo di mercato, non si tratta di azioni o titoli quotati.
Queste esigenze di mercato (corretta valutazione+trasparenza informativa) hanno dato vita a nuovi soggetti specializzati nelle valutazioni e nel recupero. Essi rappresentano i naturali acquirenti per le banche che volessero semplicemente “far fuori” i propri npl. Ma un fondo di private debt che investa in uno stock di npl, vorrebbe lucrarci almeno il 15-20%. Tassi di sconto così alti comportano bassi prezzi di acquisto dei crediti. Più alto è il tasso, più basso è il prezzo. Conviene al fondo di private debt ma non alla banca.
Ed è qui che dovrebbe intervenire uno schema europeo in grado di coordinare le asset management company, dice Andrea Enria. È infatti necessario “un soggetto che possa accedere alle risorse utilizzando il rating europeo, più elevato dei singoli rating nazionali”, specifica Brunella Bruno. “Il che significa finanziarsi a costi più bassi in termini di un maggiore prezzo pagato alla banca”. Occorre implementare pratiche di valutazione standardizzate a livello europeo, come dice il capo della vigilanza bancaria. Aggiunge Enria: “Il finanziamento fornito o garantito da un organismo europeo consentirebbe a ciascuna società di asset management nazionale di beneficiare della solvibilità dell’Ue e di avere un migliore accesso al mercato”.
Gli npl, da liability ad asset class
Il fatto che una quota dei soldi prestati dalle banche sia “a rischio” è strutturale. Ma, “dopo la crisi del debito sovrano, dalla fisiologica quota di rischio, gestibile e insita in tutti i prestiti bancari”, si è arrivati a “livelli non normali di crediti rischiosi”, continua la professoressa. Ma le banche giocano un ruolo chiave nella struttura di un’economia. E il problema dei crediti deteriorati da isolato può diventare sistemico.
Dietro agli npl, si nasconde l’economia reale. Non si tratta di derivati, non è un mero “fatto di finanza”. Per questo Enria chiama a gran voce un coinvolgimento degli asset manager. “Le società di asset management consentono una pulizia molto più rapida dei bilanci bancari e sono di conseguenza molto efficaci nel ripristinare la capacità delle banche di prestare denaro”. Andra Enria auspica una vera e propria “rete europea di società di asset management”. Questa, “se opportunamente progettata, potrebbe accelerare il processo di ripristino della qualità degli asset”.
Fino a ora, la stabilità finanziaria europea ha tenuto. Ma “le ricadute della pandemia devono ancora manifestarsi sui bilanci delle banche”, ammonisce Enria. Su di essi gravano infatti “prospettive macroeconomiche dense di incertezza”. Ed è il caso di farsi trovare pronti, anche grazie all’industria dell’asset management.