Analizzate le società statunitensi presenti nel database del Center for research in security prices dal 1926 (o da quando sono state quotate) al 2022 (o fino a quando sono uscite dalla Borsa)
Apple occupa la prima posizione della classifica sui migliori titoli a stelle e strisce dal 1926, avendo generato quasi il 5% di tutta la ricchezza degli azionisti, ovvero 2.700 miliardi di dollari dal 1981
WorldCom, società di telecomunicazioni statunitense fondata negli anni ’80 da Murray Waldron e William Rector e coinvolta in una delle più gravi frodi fiscali mai commesse, guida la lista dei titoli peggiori
Nell’ultimo secolo, più precisamente dal 1926 al 2022, sono sbarcate in Borsa 28.114 società statunitensi. Di queste, solo lo 0,1% ha aggiunto oltre 17.600 miliardi di dollari ai portafogli degli investitori; in altre parole, i 25 titoli migliori hanno generato quasi un terzo di tutta la ricchezza accumulata dagli azionisti. Visual Capitalist ha analizzato i dati raccolti dal professor Henrik Bessembinder dell’Arizona State University per scoprire quali sono. E quali, invece, hanno incassato le peggiori performance.
Per individuare i titoli migliori e peggiori degli ultimi 100 anni, Bessembinder ha esaminato le società statunitensi presenti nel database del Center for research in security prices dal 1926 (o da quando sono state quotate) al 2022 (o fino a quando sono uscite dalla Borsa). Poi, ha misurato le variazioni del prezzo delle azioni e i flussi di cassa da e verso gli azionisti, compresi dividendi, spin-off, buyback (ovvero acquisto di azioni proprie da parte della società quotata) e emissioni di nuove azioni. Infine, ha calcolato la ricchezza in eccesso generata rispetto all’investimento in Treasury a un mese nello stesso periodo di tempo.
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I migliori titoli azionari dal 1926
Secondo le misurazioni di Bessembinder, Apple occupa la prima posizione della classifica sui migliori titoli a stelle e strisce dal 1926, avendo generato quasi il 5% di tutta la ricchezza degli azionisti, ovvero 2.700 miliardi di dollari dal 1981. Seguono Microsoft con 2.100 miliardi di dollari e Exxon Mobil con 1.200 miliardi. Quest’ultima, in particolare, è l’unica società non tecnologica nella top5. Quando Exxon e Mobil si sono fuse nel novembre del 1999, l’allora neo-compagnia petrolifera statunitense è diventata temporaneamente la più grande società pubblica al mondo per capitalizzazione di mercato. Più di recente, nel 2022, ha registrato profitti record grazie all’escalation dei prezzi del petrolio. Scorrendo la lista salta tra l’altro all’occhio come i modelli di generazione della ricchezza si siano evoluti nel tempo: se energia e beni di consumo sono più frequenti tra le società più datate del ranking, tecnologia e finanza dominano tra le società più recenti.
Fonte: Visual Capitalist
I peggiori titoli Usa dell’ultimo secolo
L’altra faccia della medaglia mostra invece come i 25 titoli peggiori dell’ultimo secolo abbiano fatto perdere complessivamente agli azionisti 1.200 miliardi di dollari. In percentuale, solo lo 0,1% di tutte le società statunitensi quotate in Borsa ha causato il 14% delle perdite dai portafogli degli investitori. Si parla innanzitutto di WorldCom, società di telecomunicazioni statunitense fondata negli anni ’80 da Murray Waldron e William Rector. Distintasi nell’ambito della telefonia di lunga distanza e trasmissione dati, è stata poi protagonista di una delle più gravi frodi fiscali mai commesse. Come rilevato da un’indagine della Sec, i dirigenti avevano ridotto impropriamente i costi per oltre 7 miliardi di dollari e gonfiato le entrate di almeno 958 milioni. Scoperta la frode, la WorldCom ha presentato nel 2022 la più grande istanza di fallimento della storia americana.
Fonte: Visual Capitalist
Alcuni degli altri titoli in classifica sono sbarcati in Borsa solo negli ultimi anni, invece. È il caso per esempio dell’app di food delivery Doordash, che nel giorno del suo debutto a Wall Street nel 2020 ha visto il prezzo delle azioni schizzare dell’86%. Come si legge nell’analisi di Visual Capitalist, però, l’azienda ha visto aumentare ricavi e quota di mercato negli Usa ma non ha ancora generato utile su 12 mesi. Anche in questo caso, ad ogni modo, c’è un filo conduttore che lega le diverse società in classifica. Innanzitutto, otto dei 25 titoli citati appartengono al settore delle telecomunicazioni. Molti, come WorldCom, hanno commesso frodi contabili. Un’altra caratteristica comune ad alcuni di essi, infine, è il clamore suscitato dalle loro Ipo.