Un modello di business che punta sul wealth management
«Wealth management, protection, advisory e tecnologia sono i fattori vincenti per il futuro del settore bancario. I principi Esg sono trasversali. Una banca che non abbia queste competenze e qualità è destinata a chiudere nel giro di cinque, dieci anni», lo ha affermato Carlo Messina, ceo del gruppo Intesa Sanpaolo durante la presentazione dei risultati del gruppo alla stampa venerdì 3 febbraio 2023. Il forte wealth management è una caratteristica dell’istituto, un comparto che ha consentito e consente di generare «molte commissioni», proteggendo la redditività della banca durante gli anni in cui i tassi erano negativi. Il piano strategico del gruppo continua a essere basato sullo sviluppo del digitale e del tech, con un incremento della redditività dovuto anche alla riduzione degli npl. Nel caso di Intesa «gli Esg non sono solo ambiente, ma anche fortemente centrati sul sociale». Si tratta di «un modello di business migliore rispetto a quello di tutti i competitor». Che Intesa Sanpaolo sia una wealth management protection company, Carlo Messina lo ribadisce a più riprese. La peculiarità del suo modello di business lo rende «non paragonabile in termini di valutazione» agli altri cluster bancari italiani (che siano Unicredit o Bpm). Il modello di business di Isp è comparabile a quello di «BNP Paribas, ING, Santander in termini di price to book». Il titolo però ha frenato a Piazza Affari, chiudendo la seduta con un -2,38%».
Il 2022 un anno complesso, ma con il miglior bilancio di sempre
«Chiudiamo il miglior bilancio di sempre», annuncia il ceo, ringraziando i 100.000 dipendenti della banca. «Ci presentiamo molto forti all’inizio di questo 2023, con la prospettiva di navigarvi con una visione molto più ottimista rispetto al passato». Quello appena lasciato alle spalle è stato per il gruppo Intesa Sanpaolo un anno complesso: «Appena presentato il piano d’impresa, a febbraio 2022, sono cambiate le condizioni geopolitiche del mondo». La banca era fortemente esposta nei confronti della Russia. «Nel quarto trimestre abbiamo fortemente ridotto di 28,9 miliardi, gli asset ponderati per il rischio (Rwa) per rafforzare significativamente il capitale, contribuendo alla creazione di valore». La riduzione degli asset ha riguardato «impieghi a breve termine large/international corporate/financial institutions scaduti per 6,3 miliardi, cessione di obbligazioni a basso rendimento e partecipazioni non strategiche per 6 miliardi, cartolarizzazioni di impieghi per 4,8 miliardi, rischio di mercato, operativo e di controparte per 3,3 miliardi, Russia de-risking e cessione di Npl per 2,8 miliardi, accuracy e Dta per 2,4 miliardi e altro per 3,2 miliardi». Alla luce dei numeri presentati, Carlo Messina comunica che il gruppo sta «rispettando tutti gli impegni» e che «per il 2022 distribuiremo dividendi per 3 miliardi di euro». Si conferma la «patrimonializzazione elevata» dell’istituto, prossimo a divenire una «Banca Zero-Npl con l’esposizione verso la Russia già prossima allo zero», grazie a operazioni di «smobilizzo e uscita», mentre la realizzazione del piano di impresa 2022-2025 procede a pieno ritmo».
2023, Italia numero uno grazie a imprese e risparmio delle famiglie
Secondo Carlo Messina, «l’Italia è oggi il miglior paese d’Europa per quanto riguarda il mondo corporate. Non c’è nessun paese che abbia la nostra diversificazione imprenditoriale, siamo forti nell’export, le nostre imprese stanno garantendo una fortissima sostenibilità anche in condizioni avverse. Imprese e famiglie sono il punto di forza assoluto del paese: le famiglie italiane risparmiano moltissimo, sono quelle meno indebitate, il paese è forte nei depositi». Ciò non deve far dimenticare che una componente delle famiglie è affetta da povertà: si richiedono tutele non solo del governo ma anche da parte dei migliori operatori sul mercato. Il debito pubblico dell’Italia è molto elevato ma sostenibile; l’attuale governo può ritenersi in continuità con quello Draghi; gli investitori guardano all’Italia in modo positivo, abbiamo tassi di crescita superiori a quelli della Germania. Sono fiducioso, per il 2023 la prospettiva è per un Pil in crescita, coerentemente con tutti gli osservatori».
Outlook per Intesa Sanpaolo e gli azionisti
La banca «gode di ottima salute, la nostra prospettiva reddituale è molto elevata», avendo messo in campo una «manovra significativa di rafforzamento del capitale». Ora è «presto per rivedere le stime del piano di impresa, è chiaro che siamo in presenza di upside fortissimi grazie ai tassi». Nel primo trimestre 2023 Isp analizzerà «tutte le cifre dell’outlook per l’anno, così da poter avere anche una traiettoria più precisa al 2025». Il coefficiente patrimoniale della banca si attesta oggi al 13,5%. «Con Nordea abbiamo il payout ratio più elevato di tutta l’Europa; e non verrà toccato. A livello di remunerazione degli azionisti non dobbiamo fare nessuna gara con i competitor». Inoltre, «nel 2023 sarà in atto il nuovo modello di bilancio assicurativo. L’assicurativo si costruisce applicando un principio contabile (IFRS 17) che comporta la necessità di “abbattere il patrimonio”, aumentando gli utili futuri della compagnia assicurativa. Nel nostro caso avremo minor capital ratio ma più utili assicurativi nei prossimi anni». Il progetto Easy Bank è stato «accelerato, rafforzato. Il team è in periodo prova, la macchina tech è in costruzione».