A livello globale, gli acquirenti hanno registrato una performance negativa sul Global Index del 6,4% nell’ultimo trimestre
Gli acquirenti europei hanno registrato una performance al di sotto dell’indice regionale del 6,7%
A boccheggiare sono anche le grandi operazioni del valore di oltre un miliardo di dollari, che hanno registrato il volume trimestrale più basso dal 2009
Gli acquirenti, infatti, hanno registrato una performance negativa sul Global Index del 6,4% nell’ultimo trimestre e del 4,6% su base annua, tenendo conto delle operazioni del valore superiore ai 100 milioni di dollari. “Mentre il volume delle transazioni continua la tendenza annuale al ribasso, le difficili condizioni e l’intensificarsi della concorrenza per un gruppo sempre più ristretto di destinatari aumentano ulteriormente la posta in gioco per i ceo, sotto la pressione di azionisti sempre più esigenti”, commenta Andrea Scaffidi, head of retirement di Willis Towers Watson Italia.
In positivo solo l’Asia-Pacifico
L’unica a registrare una performance positiva nel terzo trimestre del 2019 in termini di M&A è l’Asia Pacifico. Gli operatori della regione hanno infatti superato dello 0,8% l’indice locale, ponendo fine così a una serie consecutiva di dieci trimestri negativi. Sul versato opposto, invece, l’Europa. Dopo nove trimestri di risultati positivi, gli acquirenti europei hanno registrato una performance al di sotto dell’indice regionale del 6,7%. E la Gran Bretagna traina il trend negativo: gli acquirenti britannici hanno ottenuto il peggior risultato del terzo trimestre in assoluto, con un calo del 20% sulla base di sole sette operazioni completate.
Volumi in calo anche per le grandi operazioni
Secondo la ricerca di Willis Towers Watson, a boccheggiare sono anche le grandi operazioni del valore di oltre un miliardo di dollari, che hanno registrato il volume trimestrale più basso dal 2009. In chiusura del 2020, inoltre, starebbero per portarsi a casa anche il volume annuale più basso dal 2013. Negli ultimi tre mesi sono stati chiusi sette grandi accordi dal valore superiore ai 10 miliardi di dollari, superiori rispetto ai cinque del primo trimestre dell’anno, ma con una performance media debole.
“Gli ultimi dieci anni sono stati relativamente buoni per i negoziatori – continua Scaffidi – ora le guerre commerciali, la Brexit, la debolezza dell’economia cinese e le previsioni di crescita più lenta pesano sull’umore del mercato dei capitali, indicando tempi più difficili per il futuro”.
Cosa aspettarci allora dai prossimi mesi?
Secondo la ricerca, per il quarto anno consecutivo è previsto un calo del volume annuale di transazioni, nonostante un lieve aumento dei volumi rispetto al trimestre precedente del 2019. Ma c’è una speranza. “L’economia globale continua ad affrontare dei decisi venti contrari, e gli Stati Uniti arrancano, ma la ripresa degli M&A in Asia potrebbe costituire una luce in fondo al tunnel”, conclude Scaffidi.