I titoli ciclici sono azioni di società i cui prezzi si muovono fortemente in base all’andamento dell’economia. In genere si tratta di aziende che forniscono beni e servizi non essenziali. Se l’economia cresce, il prezzo delle azioni cicliche sale con essa. Si tratta di una asset class molto considerata in questo momento storico e che può essere tra le scelte di portafoglio, pur di capire bene quali aree geografiche avranno una economia solida e chi invece è più a rischio volatilità.
Al contrario, le azioni non cicliche, note anche come titoli azionari difensivi, sono le azioni delle società che tendono a essere redditizie indipendentemente dallo stato dell’economia. A differenza delle prime producono i beni e i servizi di cui la società non può fare a meno; due esempi sono i servizi di pubblica utilità e le aziende agroalimentari.
Le attese
Secondo Amchor IS guardando alle singole aree geografiche si attende una crescita negli Stati Uniti leggermente superiore al 2% e al massimo due/tre tagli dei tassi da parte della Fed. Nell’Eurozona, invece, ci potrebbe essere un rimbalzo a partire dal primo trimestre, in modo da raggiungere tassi di crescita superiori all’1% per l’intero anno. L’Asia emergente continuerà a mostrare segnali positivi. In particolare, in Giappone si prevede un’evoluzione favorevole, con la BoJ che potrebbe prendere ulteriori decisioni di normalizzazione della politica monetaria.
L’esposizione
Gli analisti ritengono dunque che i titoli ciclici, in un contesto di relativa forza macro, possano fare particolarmente bene nel 2024.
Dal punto di vista geografico è preferito l’azionario europeo a quello statunitense, perché riteniamo che la crescita europea possa sorprendere modestamente al rialzo quest’anno; il segmento delle piccole imprese negli Stati Uniti. all’azionario dell’Asia emergente, compresa la Cina.
La duration
I titoli ciclici sono spesso molto più volatili rispetto a quelli non ciclici perché registrano una crescita significativa durante i periodi di congiuntura economica e un rapido calo durante le fasi di flessione. Sono dunque volatili e consigliati per le operazioni a breve termine, anche per coprire le perdite sulle partecipazioni esistenti.
Le valute cicliche
I dati recenti suggeriscono che i PMI globali sono scesi al minimo alla fine dell’anno scorso, cosa particolarmente visibile nel settore manifatturiero. “Si è registrato un particolare miglioramento dei nuovi ordini, che suggerisce – secondo J.Safra Sarasin, che le aziende stanno rifornendo le scorte. Riteniamo quindi che il relativo miglioramento dello slancio ciclico dovrebbe dare all’euro un vantaggio nei confronti del dollaro al margine, considerando che i PMI dell’area dell’euro stanno uscendo da livelli bassi e che la Germania ha probabilmente superato il picco di pessimismo”.
La selezione
Ci sono diversi modi per individuare azioni cicliche: due dei più comuni sono il valore beta e l’utile per azione.
1-Valore beta: è una misura della volatilità di un titolo rispetto al resto del mercato. Di solito viene utilizzato un benchmark, ad esempio un indice azionario, per valutare lo scostamento di una società dalla norma. Se un’azione ha un beta pari a uno, la sua volatilità è uguale a quella del resto del mercato. Un coefficiente beta inferiore a uno significa che il titolo è meno volatile rispetto al mercato, il che è probabilmente il caso dei titoli difensivi. Un beta maggiore di uno significherebbe invece che il titolo ha un livello di volatilità più elevato, il che di solito rappresenta un buon indicatore di un titolo ciclico.
2-L’utile per azione: può variare significativamente da un trimestre all’altro perché i relativi profitti e perdite sono molto sensibili allo stato di salute dell’economia. Un rapporto prezzo/utili basso rispetto a quello dei concorrenti significa che si paga meno per ogni euro di profitto generato, il che indica che la società è sottovalutata. I titoli ciclici tendono ad avere un rapporto prezzo/utili molto più basso a causa delle fluttuazioni sia del loro utile per azione che del prezzo delle azioni.