È una storia conclusasi dopo oltre 70 anni: quella del ritratto (1527) attribuito ad Agnolo Bronzino, in asta da Sotheby’s il prossimo gennaio 2023 (quotazione: 3-5 milioni di dollari). Il Ritratto di uomo, rivolto a sinistra, con penna d’oca e foglio di carta, raffigura un giovane uomo vestito di nero, seduto a un tavolo da lavoro. La sua mano sinistra è appoggiata su una pagina scritta a mano: contiene un indovinello latino. La mano destra tiene una penna d’oca. Per molti anni fu attribuito ad autori minori (come il manierista Iacopino del Conte): la recente riattribuzione di deve allo storico dell’arte fiorentino Carlo Falciani. Ma è nelle traversie che lo hanno condotto fino ai giorni nostri che sta il suo valore più autentico.
Questo ritratto fu infatti uno dei tanti trafugamenti operati dal regime nazista ai danni dei cittadini ebrei. Faceva parte della collezione Isle Hesselberger, ereditiera nel settore del tessile. Sotto il regime nazista, la donna fu costretta a vendere le sue proprietà insieme alla sua collezione d’arte e al dipinto oggi riattribuito al Bronzino, acquistato nel 1927. All’ingiustizia della spoliazione, si aggiunse la beffa: con il ricavato di quelle dismissioni si contribuì alla costruzione del campo di concentramento di Milbertshofen, a Monaco di Baviera.
La storia del Bronzino riattribuito, il doppio dramma
Secondo le ricostruzioni storiche, Isle Hesselberger negoziò con i suoi aguzzini un piano di reinsediamento che credeva le avrebbe risparmiato la vita. Ma a nulla valse il fiume di denaro versato: nel novembre 1941 fu invece deportata in Lituania, dove morì in un campo di concentramento. Sua figlia, sopravvissuta, si trasferì negli Stati Uniti. In seguito il dipinto – destinato al progettato museo di Hitler a Linz, in Austria – fu recuperato dalle forze Usa e quindi consegnato al governo tedesco post bellico.
Prima del suo ritorno alla legittima proprietà degli eredi di Hesselberger a inizio 2022, il dipinto è stato esposto in un edificio federale a Bonn; successivamente nel palazzo di Stato tedesco a Berlino.
Solo un altro dipinto attribuito al Bronzino, Ritratto di giovane con libro (1525 circa), è stato a memoria offerto in una vendita pubblica: nel 2015, da Christie’s New York, dove incassò 9 milioni di dollari. Il presente ritratto (il prof. Falciani in realtà avanza l’ipotesi che possa trattarsi di un autoritratto) sulla cornice posteriore riporta la scritta “1400”, numero di catalogazione che i ricercatori ritengono essere associato al registro del museo di Linz.
L’opinione dello storico dell’arte
Nelle parole di Carlo Falciani: «Questo ritratto è una delle più interessanti scoperte recenti relative ad Agnolo Bronzino. È incredibile che un dipinto di questa qualità, vero capolavoro della ritrattistica del XVI secolo, sia rimasto sconosciuto alla comunità scientifica. La sua riscoperta non solo porta alla luce uno dei più bei ritratti dell’artista, ma migliora anche la nostra comprensione della sua attività giovanile. Già all’inizio della carriera di Bronzino, i ritratti erano l’espressione più convincente del suo duplice interesse per la parola e per l’immagine».
Come si è visto anche nella recente mostra The Medici, Portraits and Politis al Metropolitan Museum (2021), «questa raffinatezza artistica è tipica del suo periodo maturo, quando lavorò alla corte di Cosimo I de’ Medici». Al di là della recente attribuzione, la provenienza del quadro è eccellente, rintracciabile com’è ininterrottamente dal XVII secolo, quando era nella collezione del connoisseur Sir William Temple. Il ricavato della vendita sarà destinato alla beneficenza di cause ebraiche e all’assistenza medica a New York (Self Help Community Services e Lighthouse Guild).