Nel 2023 le banche hanno avuto una forte ripresa degli utili. Il settore è ben posizionato anche nel 2024 e dopo i bilanci positivi ci si chiede se il settore abbia raggiunto il proprio picco. D’altra parte, la solida capitalizzazione e le performance operative continuano a fornire una base solida per importanti ritorni agli azionisti. Inoltre, secondo Gam, sebbene l’esposizione agli immobili commerciali continui a preoccupare alcune banche statunitensi, l’esposizione al calo dei valori patrimoniali è molto limitata sulla nostra sponda dell’Atlantico e fortemente concentrata in pochi istituti specializzati. Il settore bancario europeo gode in realtà di ottima salute. Come posizionarsi dunque?
I conti
Il 2023 è stato un anno stellare per le banche, con il settore che ha finalmente conseguito un RoE a due cifre – circa il 12% nell’anno finanziario (FY) 2023. “Negli ultimi trimestri, il mercato ha iniziato a concentrarsi sul “picco degli utili”, man mano che l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse si ripercuoteva sulle linee di bilancio delle banche. La prospettiva di una riduzione dei tassi a partire dalla fine del 2024, insieme ad altri venti contrari – come il riprezzamento dei depositi, l’inflazione dei costi o l’aumento degli accantonamenti per le perdite sui prestiti – probabilmente compenserà parte dell’aumento precedente”, spiega Gam.
Ciononostante, si prevede che nei prossimi anni il settore bancario europeo continuerà a registrare utili soddisfacenti, con un RoE del 10-12% previsto dal consenso per l’intero anno fiscale 24-25, rispetto a circa il 5% per l’anno fiscale 18-22. Con un solido RoE a due cifre previsto per i prossimi anni, le banche europee possono assorbire livelli considerevoli di perdite prima che il capitale in eccesso venga eroso.
I dati
Secondo la European Banking Authority, le banche dell’Ue hanno generato un utile netto annualizzato di 180 miliardi di euro per trimestre a partire dal terzo trimestre del 2023, rispetto a una media di circa 90 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. Il quarto trimestre non ha mostrato un cambiamento significativo nei parametri patrimoniali delle banche europee. I coefficienti Common Equity Tier 1 (CET1), che dimostrano le riserve di capitale di una banca, rimangono vicini a livelli record. In media, le grandi banche europee hanno coefficienti di capitale CET1 intorno al 15%, che rappresentano oltre 400 punti base (bps) di capitale in eccesso rispetto ai requisiti normativi
Gli upside potenziali
Tra i fattori positivi per il settore gli analisti mettono in evidenza:
- La regolamentazione che rimane un catalizzatore positivo fondamentale con l’attuazione di Basilea IV ancora all’orizzonte e l’aumento dei requisiti patrimoniali
- La qualità degli asset che rimane resiliente
- Le esposizioni che rimangono solide.
- Le potenziali vulnerabilità di un piccolo numero di banche europee dovute a esposizioni al CRE di dimensioni eccessive non avranno in genere un impatto più ampio sul settore.
- La capacità di assorbire uno scenario di maggiore stress attraverso i soli utili.
Prospettive 2024
A questo punto ci si domanda come muoversi nel 2024. Le banche offriranno risultati agli investitori nel 2024?
Secondo Capital Group le banche sono il primo settore del mercato investment grade globale per dimensioni, con il 27% dell’indice per valore di mercato. Il settore ha aperto il 2024 con spread creditizi più ampi rispetto al mercato investment grade complessivo e quindi “la nostra view sul settore è positiva e riteniamo che un’eventuale futura volatilità possa consentire di costruire un’esposizione”.
“Le banche con una base di asset maggiormente allocata ai mutui a tasso variabile sono posizionate meglio rispetto a quelle che hanno portafogli di mutui a tasso fisso. Tali differenze sono osservabili a livello regionale in Europa. Ad esempio, generalmente le banche francesi offrono mutui pluridecennali e, di conseguenza, il pass-through dei tassi elevati sui ricavi è stato molto più contenuto per le banche francesi rispetto a quelle europee. Negli Stati Uniti, bisogna distinguere tra banche del centro monetario e banche regionali. Per le prime, lo scenario di tassi più elevati più a lungo è positivo mentre, per le altre, tassi di riferimento più elevati potrebbero creare difficoltà, poiché l’aumento dei tassi determina maggiori costi di deposito, esercitando maggiore pressione su NIM e utili. Anche i bilanci delle banche di minori dimensioni risultano penalizzati, poiché il prezzo degli strumenti obbligazionari iscritti tra le attività di stato patrimoniale diminuisce”.
Presumibilmente, in questo momento l’Europa offre le migliori opportunità, poiché le banche europee scambiano con spread più ampi rispetto alle controparti statunitensi e asiatiche, nonostante siano alla fine del regime di regolamentazione.
Quali scegliere
Per gli analisti sono da selezionare le banche spagnole, irlandesi e greche. Sono queste le banche nazionalizzate all’indomani della crisi del debito sovrano europeo. Da allora, tali istituti hanno ripulito i bilanci, migliorando sensibilmente redditività e fondamentali.