Company Builder, i nuovi angeli delle startup

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Incubatori e acceleratori di impresa in Italia continuano ad aumentare in numero e capacità di supportare lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali. Ma la crescita rispetto a qualche anno fa sta rallentando. Nel frattempo stanno nascendo nuovi attori, come i company builder. Un fenomeno in rapida espansione

La sempre maggiore importanza delle startup sta portando, anche in Italia, a un aumento del numero di soggetti che ne promuovono lo sviluppo e la crescita. Accanto ad attori affermati come incubatori, acceleratori e parchi scientifici stanno nascendo nuove organizzazioni e in particolare i Venture Builder o Startup Studio (a volte chiamati anche Company Builder o Startup Factory).
Con questi termini si indicano le organizzazioni che creano startup agendo come fondatore o co-fondatore principale della nuova impresa creata e sviluppata. In alcuni casi realizzano startup in serie in altri casi procedono parallelamente allo sviluppo di un piccolo numero di startup. In Italia, nel nuovo report annuale sugli incubatori e acceleratori realizzato dal team di ricerca Social Innovation Monitor (SIM) del Politecnico di Torino, si stima siano attivi più di una decina di Startup Studio e Venture Builder (SS&VB), in crescita rispetto agli anni precedenti. Esempi di queste realtà sono Mamazen, NanaBianca, StartupBakery e Startupgym. Questi soggetti svolgono un ruolo complementare a quello svolto dagli incubatori e dagli acceleratori. Questi ultimi, infatti, si concentrano sul supporto allo sviluppo delle idee generate da potenziali imprenditrici o imprenditori oppure sull’accelerazione di giovani startup. Aiutano i team imprenditoriali ad esempio fornendo formazione, competenze manageriali, spazi e supporto alla ricerca di finanziamenti. SS&VB, invece, generano idee imprenditoriali o le ricevono da grandi imprese e investitori o altri soggetti per poi svilupparle internamente, eventualmente cercando e coinvolgendo perso- ne brillanti interessate a diventare imprenditori o imprenditrici o co-founder tecnici.
Entrambi gli approcci hanno vantaggi e svantaggi. Per incubatori e acceleratori un rischio è quello di disperdere le energie su troppe idee e su idee con limitato potenziale. Un altro rischio è quello che le buone idee non siano portate avanti dal team “giusto” e quindi vadano sprecate. Per SS&VB un rischio è quello di una bassa diversificazione (poche idee). Un altro rischio è quello di non riuscire a trovare persone sufficientemente innamorate dei progetti imprenditoriali o di non riuscire a creare un team affiatato tra persone di provenienza diversa. La valutazione di questi soggetti non dovrebbe essere legata solo al successo delle loro Startup. Alcuni incubatori, infatti, in particolare gli incubatori pubblici e gli incubatori universitari, hanno anche una funzione di stimolo e diffusione della cultura dell’imprenditorialità e di animazione e sviluppo territoriale. Inoltre, molti incubatori e acceleratori svolgono attività di Open Innovation cercando e favorendo partnership tra startup (non solo loro) e grandi o medie imprese.
In termini numerici il fenomeno degli SS&VB, non solo in Italia, è ancora molto limitato rispetto ai numeri di incubatori e acceleratori. Questi ultimi, infatti, secondo l’ultimo report SIM sono arrivati ad essere 229 con circa 1600 dipendenti. Nel grafico in questa pagina è illustrato l’andamento della loro crescita negli anni. Si può vedere un picco, tra il 2013 e il 2016, probabile effetto del Decreto Crescita 2.0 del 2012 e di altri decreti successivi. Negli ultimi anni c’è stato un rallentamento della nascita di nuovi incubatori e acceleratori che può essere in parte messo in relazione con la presenza sempre maggiore di nuove realtà, come gli SS&VB. Ma la crescita continua, a testimonianza della vitalità del nostro sistema imprenditoriale, vitalità coerente con i trend in aumento di investimenti in Startup in Italia e nel resto del mondo.

company builder

Il nostro sistema imprenditoriale è ancora indietro rispetto a sistemi più avanzati anche a noi vicini come quello Francese e Tedesco. Però lo sviluppo di questi nuovi soggetti e di quelli già esistenti unito al complessivo rilancio dell’economia e a politiche più attente all’innovazione fanno ben sperare per il futuro. Un aiuto ulteriore potrebbe arrivare anche dai sistemi più avanzati: numerosi investitori stanno arrivando in Italia dall’estero per investire in team italiani e sono arrivati e stanno arrivando in Italia anche incubatori e acceleratori internazionali come ad esempio Plug&Play, Techstars, StartupWiseGuy o l’incubatore europeo dell’European Space Agency (ESA).

Articolo tratto dal magazine We Wealth di febbraio

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