Btp, ora le assicurazioni vogliono più titoli di Stato in portafoglio

Secondo i dati del Global Insurance report di prossima pubblicazione, anticipati da MF, il 31% delle assicurazioni dichiara di voler aumentare i titoli a reddito fisso e, in particolare, il segmento sostenibile (43%) e i titoli di Stato (42%)
Un notevole 37%, poi, ha dichiarato di voler aumentare la quota di liquidità nell'allocazione di portafoglio
Sale l'interesse delle assicurazioni anche sui mercati privati e sugli Etf
Con l'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato e dei Btp le compagnie assicurative, un tipico investitore istituzionale a lungo termine, hanno iniziato a fare i loro calcoli: l'opportunità di aumentare l'esposizione ai titoli governativi è decisamente aumentata rispetto al recente passato. E' quanto ha potuto constatare BlackRock, nel suo ultimo sondaggio internazionale compiuto fra 370 investitori assicurativi in 26 mercati. Secondo i dati del Global Insurance report di prossima pubblicazione, anticipati da MF, il 31% delle assicurazioni dichiara di voler aumentare i titoli a reddito fisso e, in particolare, il segmento sostenibile (43%) e i titoli di Stato (42%).
Un notevole 37%, poi, ha dichiarato di voler aumentare la quota di liquidità nell'allocazione di portafoglio – una mossa che può essere interpretata come attendista e che protegge da ulteriori ribassi di bond e azioni nel breve termine. A proposito di azioni, infatti, la quota di investitori assicurativi che punta ad incrementarne il peso in portafoglio scende al 28%.
Secondo quanto anticipato da Fabio Laricchia, head of financial institution group Southern Europe and institutional client business Italy di BlackRock, la quota degli intervistati italiani che ha dichiarato di voler aumentare la componente di portafoglio a reddito fisso è ancora superiore al 31% globale.
Per le assicurazioni italiane i titoli di Stato sono abitualmente più presenti in portafoglio, rispetto a quanto si osserva fra le colleghe estere. Nel caso italiano, aumentare ulteriormente i Btp è una mossa da valutare con cautela per scongiurare l'eccessiva esposizione alle sorti di un singolo Paese. Purtuttavia, il rendimento raggiunto dal Btp decennale sembra particolarmente interessante nel perimetro dell'Eurozona. Secondo i dati MTS aggiornati al 27 settembre, fra i maggiori Paesi europei solo Ungheria e Repubblica ceca (entrambe fuori dall'euro e molto esposte al gas russo) offrono rendimenti significativamente superiori del Btp su scadenze decennali (9,69% e 5,39%, rispettivamente, contro il 4,6% offerto dal titolo italiano).
Come avevamo approfondito in un precedente articolo, l'atteso ribasso dell'inflazione nei prossimi anni, secondo le previsioni della Bce e sulla base di un rallentamento economico che si ritiene ormai inevitabile, potrebbero aprire una buona opportunità per l'investitore a lungo termine sui titoli di Stato italiani. L'Italia, peraltro, ha sempre registrato un'inflazione un po' più bassa rispetto alla media dell'Eurozona negli ultimi dieci anni – il che, confrontato con rendimenti più elevati sui Btp, porrebbe le basi di migliori performance al netto dell'aumento dei prezzi.
Le compagnie assicurative, però, non stanno guardando solo al reddito fisso quando si tratta di modificare l'allocazione di portafoglio. L'87% degli assicuratori globali intende aumentare la propria esposizione sui mercati privati, ovvero non quotati, nonostante il maggiore rischio che questo genere di investimento incorpora. Non solo, anche gli Exchange-traded funds (Etf) stanno attirando un crescente interesse sia nelle forme azionarie sia in quelle a reddito fisso. Queste ultime piacciono ancor di più agli investitori assicurativi tricolore: il 65% degli intervistati italiani ha dichiarato di usare o di voler usare a breve gli Etf fixed income, contro il 54% della media globale.