Singapore è la nuova “Hong Kong” per gli hedge fund

Teresa Scarale
Teresa Scarale
2.7.2020
Tempo di lettura: 2'
Nello sconcerto seguito all'approvazione delle legge liberticida di Pechino, Hong Kong sembra già cedere a Singapore il suo status di hub finanziario privilegiato in Asia, complici soprattutto gli hedge fund. Ma anche fondi di private equity e family office

La città del sud est asiatico ha già approntato un ecosistema apposito per diventare il prossimo hub finanziario della regione guardando alle sicav del Lussemburgo, alle Segregated Portfolio Company (Spc) delle Caymans e all'Open-Ended Fund Company (Ofc) di Hong Kong

La variable capital company è disegnata per i fondi di investimento sia alternativi che tradizionali. I fondi possono sceglierla sia come entità singola che come società ombrello per più fondi

Allo scoccare dei 23 anni di indipendenza dall'ex impero britannico, l'ex colonia Hong Kong ha perso il suo status privilegiato di avamposto della democrazia: la controversa legge di Pechino sulla "sicurezza nazionale" è realtà (24 anni prima del tempo), e i gruppi pro-democrazia si sono dovuti sciogliere.
Questioni interne, dice Pechino. Fino a un certo punto, dice il resto del mondo. Per lo meno quello del wealth management. Multimiliardari hedge fund, fondi di private equity e family office sarebbero infatti pronti ad abbandonare Hong Kong in favore della città-Stato di Singapore. La città del sud est asiatico del resto ha già approntato, a gennaio 2020, un ecosistema apposito per diventare il prossimo hub finanziario della regione. Si tratta della variable capital company, pensato per attrarre le società con sede in paradisi fiscali come le Isole Cayman o il Lussemburgo.

Variable capital company, perché gli hedge preferiranno Singapore piuttosto che Hong Kong


La variable capital company è disegnata per i fondi di investimento sia alternativi che tradizionali. I fondi possono sceglierla sia come entità singola che come società ombrello per più fondi. La struttura condivide molte caratteristiche fiscali con le sicav del Lussemburgo, la Segregated Portfolio Company (Spc) delle Caymans e l'Open-Ended Fund Company (Ofc) di Hong Kong. La Vcc risulta appetibile anche per la forte reputazione di regolamentazione di Singapore. Ma, soprattutto, per gli incentivi fiscali.

Pare che il governo della città-Stato abbia intenzione di rimborsare il 70% dei costi di impianto per ciascuna nuova vcc, fino a un massimo di 150.000 dollari di Singapore (108.000 dollari Usa). Il beneficio sarà valido fino al gennaio 2023. Di vcc ne sarebbero già nate 70. Secondo il Financial Times, almeno quattro mega fondi di real estate e di credito attualmente basati a Hk, Tokyo e Singapore stessa starebbero per creare la propria vcc nella città. Starebbero per fare lo stesso anche fondi di private equity per oltre un miliardo e mezzo di dollari Usa. L'ondata attesa è massiccia.

Anche Tokyo...


Dopo le proteste pro-democrazia dello scorso anno, le società di asset management dell'ex città semiautonoma stanno da mesi preparando la loro exit strategy. Non c'è però solo Singapore in lizza. Anche Tokyo vuole tornare ai fasti del passato, proponendosi come centro finanziario leader in estremo oriente. A tal fine, la capitale del Giappone vorrebbe offrire spazi gratuiti per gli uffici, permessi di soggiorno, licenze rapide.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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