Msci ha pubblicato un’analisi dal titolo “Markets in focus: Half Time – Keeping it Real and Defensive”, su quali sono stati settori e stili più performanti negli ultimi tre mesi
Nel primo semestre del 2022 le azioni globali hanno registrato un calo del 20%, il peggior inizio d’anno dal 1975
Nel secondo trimestre del 2022, gli indici MSCI Enhanced Value e High Dividend Yield hanno registrato rendimenti attivi positivi in tutti i mercati regionali
Il secondo trimestre del 2022 ha messo a dura prova i portafogli degli investitori. Da aprile a giugno, le azioni sono infatti crollate – con l’indice Msci Acwi che ha perso il 15,5% – colpite dall’aumento dell’inflazione, dal rialzo dei tassi da parte delle banche centrali, dalla guerra e dal rallentamento della crescita economica. Chi sono i vincitori e gli sconfitti del primo trimestre? Quali asset in un contesto prolungato di volatilità e incertezza tendendo a sovraperformare?
Nel secondo trimestre, stando ad un’analisi di Msci, il difficile contesto di mercato ha indotto gli investitori a continuare a evitare i titoli ad alto rischio a favore di quelli a basso rischio, di valore e di qualità. I titoli value e quality hanno registrato una performance superiore a quella degli altri stili, mentre i titoli ad alto rischio – che hanno dato i primi segnali di affollamento alla fine del 2020 – hanno continuato a perdere terreno. I fattori difensivi, low volatility e yield hanno generato i maggiori rendimenti attivi positivi in diverse regioni, in particolare negli Stati Uniti, mentre il momentum ha faticato a causa dell’esposizione ai titoli high-beta. Per quanto riguarda i settori molto bene il settore petrolio e del gas, beneficiario di un aumento del 5,5% del prezzo del greggio. Positive anche le performance di biotecnologie e automotive, male media e oro.
In un contesto turbolento, caratterizzato da guerre, inflazione, rialzo dei tassi e volatilità, come quello attuale, Msci ha cercato di capire poi come si sono comportati gli indici delle attività reali, i settori difensivi e gli indici dei fattori in contesti analoghi, seppur non uguali. Un esempio è il periodo di alta volatilità intercorso tra il 2002 e il 2003 a seguito dello scoppio della bolla tecnologica e della guerra in Iraq. A fronte di una contrazione del 18,5% dell’indice globali, i settori difensivi hanno retto l’urto restituendo il 3,8%, così come positive sono state anche le performance degli stili value, high dividend yield e quality, e dei principali asset reali. Come mostra la tabella sottostante la maggior parte degli indici difensivi si è dimostrata solida in questi periodi di incertezza.