Le sanzioni consentono di aumentare la pressione economica sulla Russia e minarne la capacità di condurre la guerra contro l’Ucraina
L’Ue prosegue nella strategia di contrasto all’aggressione Russa in Ucraina, adottando il sesto pacchetto di sanzioni
Come conseguenza del conflitto in Ucraina, l’Unione europea
ha recentemente adottato il sesto pacchetto di sanzioni, con l’intento di
indebolire il tessuto economico-politico della Russia.
Le misure sanzionatorie introdotte in quest’ultimo round
coinvolgono anche la Bielorussia, in considerazione del suo coinvolgimento
politico e militare a supporto delle attività belliche del Cremlino.
Restrizioni all’esportazione e importazione
Le sanzioni adottate con il sesto pacchetto, si legge nel
comunicato della Commissione europea, che vanno ad aggiungersi ai cinque
pacchetti già in vigore, in virtù delle loro caratteristiche sono senza
precedenti: per quanto riguarda l’importazione, il sesto pacchetto, prevede il
divieto totale di importazione del petrolio greggio e dei prodotti petroliferi
russi trasportati per via marittima e copre il 90 % delle attuali importazioni
europee di petrolio dalla Russia. Sul punto, tuttavia, occorre considerare che detto
divieto è soggetto a determinati periodi di transizione, per consentire al
settore e ai mercati mondiali di adattarsi e per garantire che il petrolio
russo sia eliminato gradualmente in modo ordinato. Più nel dettaglio, è
previsto che gli Stati membri particolarmente dipendenti dagli oleodotti russi potranno
beneficiare di un’esenzione temporanea e continuare a ricevere petrolio greggio
fornito tramite oleodotto, fino a nuovo specifico divieto. Allo stesso tempo, è
fatto assoluto divieto a questi Stati membri di rivendere il petrolio greggio e
i prodotti petroliferi importati dalla Russia ad altri Stati membri o paesi
terzi.
Si consideri che nel 2021 l’Ue ha importato dalla Russia 48 miliardi di euro di petrolio greggio e 23 miliardi di euro di prodotti petroliferi raffinati.
Per quanto riguarda le restrizioni all’esportazione, il
pacchetto odierno comprende vincoli sull’uscita dal territorio Ue di sostanze
chimiche che potrebbero essere utilizzate per la fabbricazione di armi
chimiche.
Il sesto pacchetto, inoltre, amplia l’elenco delle persone
fisiche, delle persone giuridiche o delle entità associate al complesso
militare-industriale della Russia. Si tratta di persone fisiche, persone giuridiche o
entità coinvolte in vari settori (quali l’elettronica, le comunicazioni,
le armi, la cantieristica navale, l’ingegneria e la ricerca scientifica), e le restrizioni vertono sulle autorizzazioni alla vendita, alla fornitura, al
trasferimento o all’esportazione dei beni e delle tecnologie a duplice uso, e
di beni e tecnologie che possano contribuire al rafforzamento militare e
tecnologico o allo sviluppo del settore della difesa e della sicurezza della
Bielorussia.
Misure relative ai servizi finanziari e ai servizi alle
imprese
Tra le novità più rilevanti relative al sesto pacchetto di
sanzioni vi sono le misure adottate dall’Ue per indebolire il sistema
finanziario russo e isolare il settore bancario della Federazione dal sistema
globale.
Come è dato leggere nel comunicato rilasciato dalla
Commissione, infatti, è ora vietata la prestazione, diretta o indiretta, di
determinati servizi alle imprese, quali servizi contabili, di auditing,
compresa la revisione legale dei conti, e di consulenza fiscale nonché i
servizi di consulenza amministrativo-gestionale e di pubbliche relazioni al governo
russo nonché alle persone giuridiche e alle entità o organismi stabiliti in
Russia.
E’ evidente, pertanto, che intrattenere rapporti di qualunque genere con individui, entità o istituzioni russe diviene sempre più difficile. La strategia dell’Ue si è spinta fino a sanzionare le attività che anche indirettamente possono consentire alle società russe o agli oligarchi di mettere al riparo i loro patrimoni e le loro ricchezze.