Eppur si muove: la Bce rallenta il ritmo del Pepp

Teresa Scarale
Teresa Scarale
9.9.2021
Tempo di lettura: 2'
Christine Lagarde ha annunciato un restringimento negli acquisti di titoli del debito pubblico. Invariati i tassi, migliorate le prospettive economiche. E l'inflazione in aumento?

La Bce rallenta il Pepp, il programma di acquisto per l’emergenza pandemica istituito nel marzo 2020

La dotazione finanziaria complessiva è sempre di un totale di 1.850 miliardi di euro, restando tale almeno sino alla fine di marzo 2022

L'aumento dell'inflazione è un fenomeno da considerarsi assolutamente temporaneo, dichiara la presidente

“Abbiamo ricalibrato, esattamente come abbiamo fatto nei mesi passati”. Ossia: la Bce rallenta il Pepp, il programma di acquisto per l'emergenza pandemica istituito nel marzo 2020. Con queste parole la presidente della Banca centrale europea ha giustificato un livello “leggermente inferiore” di acquisti dei titoli europei del debito pubblico, ovvero il redivivo "tapering" (il contrario del quantitative easing). Il Consiglio direttivo ha infatti ritenuto di mantenere “condizioni di finanziamento favorevoli” per l'economia dell'eurozona anche con un ritmo più lento degli acquisti. La dotazione finanziaria complessiva è sempre di un totale di 1.850 miliardi di euro, restando tale almeno sino alla fine di marzo 2022.

E, in ogni caso, finché non si riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus. La Banca centrale europea continuerà invece gli acquisti di bond in virtù del precedente programma App al ritmo mensile di 20 miliardi di euro. Francoforte si aspetta altresì che “gli acquisti netti procedano per tutto il tempo necessario a rinforzare l'impatto accomodante dei tassi, e terminare poco prima che inizi ad alzare i tassi d'interesse”.
Questi ultimi intanto restano invariati. Il tasso principale di riferimento resta a zero, quello sui depositi a -0,50% e infine quello sui prestiti marginali non devia dallo 0,25%. Confermata anche la forward guidance.

Sul fronte delle prospettive macroeconomiche, “la ripresa è in una fase avanzata”, con il settore dei servizi che grazie alla spesa turistica si sta riprendendo. Entro fine anno “l'attività economica tornerà ai livelli pre pandemia”. La presidente Lagarde menziona anche il rischio derivante dalla variante delta del virus, la quale “non ha richiesto misure di lockdown, ma potrebbe ancora rallentare il commercio” a causa di eventuali strozzature nei rifornimenti di materie prime e semilavorati.

Il mandato della Bce resta il raggiungimento della stabilità dei prezzi, ribadisce Lady Euro. “Ma noi siamo anche molto desiderosi che l'economia si riprenda del tutto. Vi è ancora un eccesso di due milioni di disoccupati rispetto al 2019”, anche se tutto il comparto del lavoro è per fortuna “in miglioramento, con conseguenti revisioni al rialzo delle prospettive di crescita dei redditi e della spesa”.

Sulle fiammate inflazionistiche, la Bce ha le idee chiare e resta cauta: l'attuale aumento del livello dei prezzi si deve al recupero del petrolio rispetto al 2020, alla fine del periodo di riduzione dell'Iva in Germania, alle temporanee difficoltà di approvvigionamento nelle materie prime. L'inflazione è dunque rivista leggermente al rialzo, ma solo nel breve periodo. Già nel medio si prevede che “tornerà ben al di sotto del 2%”, chiarisce Christine Lagarde. L'obiettivo resta comunque fermo intorno al 2%.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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