Crisi Ucraina, perché può incidere sulla riforma del Patto di Stabilità

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La Commissione europea suggerisce per il 2023 una politica fiscale “neutra”, ma ammette: il quadro, dopo la crisi l’Ucraina, può cambiare

L’esecutivo Ue ha pubblicato il 2 marzo la sua Policy guidance per il 2023, suggerendo per i Paesi indebitati di iniziare ad aggredire il debito pubblico

L’impatto della crisi Ucraina, per stessa ammissione della Commissione, potrebbe portare a una revisione delle previsioni

Nel frattempo, la minaccia costituita dalla Russia sta spingendo i Paesi europei ad aumentare le spese militari, come annunciato da Germania e Francia. E’ un cambiamento di prospettiva che, secondo il premier Mario Draghi, non potrà che invitare a una riflessione sulle riforme europee attese entro l’anno

La guerra in Ucraina non ha cambiato, per il momento, le indicazioni della Commissione europea sulle politiche fiscali degli stati membri, anche se l’impatto economico delle sanzioni alla Russia non potrà che incrementare le difficoltà collegate al ritorno delle regole di bilancio, previsto l’anno prossimo.

L’esecutivo Ue ha pubblicato il 2 marzo la sua Policy guidance per il 2023 affermando che, “sulla base delle previsioni economiche invernali del 2022”, che ancora non incorporano la crisi ucraina, “la Commissione è del parere che la transizione da una posizione fiscale aggregata di sostegno nel 2020-2022 a una posizione fiscale aggregata ampiamente neutrale sembra appropriata nel 2023, pur restando pronta a reagire all’evoluzione della situazione economica”. In parole più semplici, Bruxelles suggerisce che a partire dall’anno prossimo le politiche fiscali espansive siano messe da parte, con meno spesa pubblica e meno stimoli economici.

In particolare, i Paesi ad elevato debito, come l’Italia, “dovranno iniziare una graduale riduzione del debito, procedendo a un aggiustamento fiscale nel 2023, al netto dei contributi del Recovery and resilience fund (Rrf) e altri trasferimenti Ue”.

Sono considerazioni che molto probabilmente saranno riviste alla luce dell’impatto della guerra in Ucraina, come ha fatto capire il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni: “La guidance che presentiamo oggi si basa… sulle nostre previsioni invernali, con l’avvertenza che oggi non sappiamo molte cose: l’incertezza e i rischi sono aumentati notevolmente, ed è per questo che la nostra guidance dovrà essere aggiornata come necessario, al più tardi in primavera”.

La riforma del Patto di Stabilità, finora una sfida estremamente divisiva fra Nord e Sud Europa, potrebbe essere fortemente influenzata dalla “nuova epoca” inaugurata dall’aggressione della Russia in Ucraina. Su questo punto il premier italiano, Mario Draghi, è stato molto esplicito nel suo discorso pronunciato al Parlamento il prim3o marzo. “Nel lungo periodo, questa crisi ci ricorda l’importanza di avere una visione davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di bilancio in Europa”, ha dichiarato Draghi. “A dicembre, insieme al Presidente francese Macron, abbiamo proposto di favorire con le nuove regole gli investimenti nelle aree di maggiore importanza per il futuro dell’Europa, come la sicurezza e la difesa dell’ambiente”, ha aggiunto il premier, “questa crisi, come anche la transizione ecologica, come anche altri impegni successivi alla pandemia che ci siamo trovati a dover affrontare, rafforza la necessità di scrivere regole compatibili con le ambizioni che abbiamo per l’Europa”.

Riportare in vita il vecchio Patto di Stabilità nel 2023 significherebbe restringere lo spazio di spesa pubblica per la transizione energetica e, cosa divenuta ancora più importante, per la difesa e la sicurezza.

Dopo l’annuncio di 100 miliardi di euro di investimenti militari aggiuntivi da parte della Germania, anche il presidente francese, Emmanuel Macron, ha parlato alla nazione promettendo grandi cambiamenti su questo fronte. Quello inaugurato dalla guerra in Ucraina “è un cambiamento d’epoca” ha detto Macron in un discorso del 2 marzo, “la nostra libertà e quella dei nostri figli non è più scontata… a questo ritorno brutale della tragedia nella storia dobbiamo rispondere con decisioni storiche. Il nostro Paese dunque amplierà i suoi investimenti nella difesa”. Anche se l’annuncio non è ancora ufficiale le spese militari sono destinate a salire anche in Italia, ha dichiarato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in un’intervista pubblicata su La Stampa il 3 marzo.

“L’attuale stato delle discussioni” sulla riforma del Patto di Stabilità “indica una serie di questioni chiave”, ha scritto la Commissione europea nella sua ultima guidance.

  • Garantire la sostenibilità del debito e promuovere la crescita sostenibile attraverso investimenti e riforme sono fondamentali per il successo del quadro fiscale dell’Ue;
  • Una maggiore attenzione al medio termine nella sorveglianza fiscale dell’Ue appare come una strada promettente;
  • Dovrebbe essere ulteriormente discusso quali spunti si possano trarre dalla progettazione, dalla governance e dal funzionamento dell’Rrf;
  • La semplificazione, una maggiore proprietà nazionale e una migliore applicazione sono obiettivi chiave.

Un’inflazione più elevata, le prospettive di crescita più ridotte e la necessità di creare più spazio di bilancio per la sicurezza saranno probabilmente potenti argomenti a favore di quei Paesi che puntano a creare regole fiscali europee diverse da quelle del passato. Se dopo l’esperienza del covid-19 sembrava essersi creato un certo spazio verso un superamento delle complessità del Patto di stabilità e contro il modello dell’austerità seguito un decennio fa, anche la nuova minaccia russa alla sicurezza sembra offrire una nuova occasione per il rinnovo della governance economica europea. I rischi di fare “troppo poco”, si tratti di investimenti sull’indipendenza energetica o sulla difesa, sono diventati improvvisamente molto più grandi di prima.

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