(Anche) la tecnologia paga: aumentano i dividendi tech

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
22.2.2022
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Nell'ultimo anno molte società tecnologiche hanno aumentato o hanno iniziato a distribuire dividendi. Un trend che potrebbe avere ripercussioni dirette per i fondi di equity income

Stando ai dati di S&P Dow Jones Indices non solo 44 delle 776 società IT dell'S&P 500 hanno pagato un dividendo, ma quasi tutte lo hanno aumentato

Normalmente nei fondi di equity income che puntano a garantire un reddito fisso da dividendo ai propri sottoscrittori, il settore tecnologico ha un peso marginale

Dividendi o crescita? Molto spesso gli investitori si ritrovano a dovere scegliere tra l'opportunità di avere un reddito fisso derivante l'esposizione a società che pagano alti dividendi oppure di contro puntare sulle società dalle prospettive di crescita migliori. Quando si tratta di azioni tecnologiche, gli investitori tendono a scegliere la seconda opzione. Sia gli indici azionari – per esempio lo stesso MSCI World – sia fondi azionari globali sono fortemente esposti verso le big tech, i colossi tecnologici statunitensi molto performanti ma al contempo che in genere offrono un basso reddito fisso. Ma le cose potrebbero presto cambiare.
Secondo una nota del gruppo di ricerca CFRA infatti, sebbene alla fine dello scorso anno il settore IT dell'S&P 500 offriva un rendimento di appena lo 0,78%, la crescita dei dividendi di questo comparto è in corso. "Non solo 44 dei 76 costituenti del settore hanno pagato un dividendo, ma quasi tutti hanno aumentato il loro dividendo o ne hanno iniziato a distribuirlo nel 2021, stando ai dati di S&P Dow Jones Indices" ha riportato Todd Rosenbluth, responsabile di CFRA per la ricerca su etf e fondi comuni, intervistato dal Financial Times. Tant'è che il settore tecnologico è stato il più grande pagatore di dividendi del S&P 500 l'anno scorso, contribuendo a circa il 17% del reddito complessivo generato dall'indice contro il 15% dell'healthcare, il 14% dei servizi finanziari e l'11% dei beni di consumo.

Questa recente tendenza non è stata catturata dai fondi. Secondo Rosenbluth la tecnologia è infatti spesso sottorappresentata negli etf che si concentrano su azioni che hanno un lungo record di crescita dei dividendi. Per esempio sia lo SPDR S&P Global Dividend Aristocrats Ucits che il suo equivalente statunitense, lo SPDR S&P US Dividend Aristocrats Ucits ETF investono poco più del 3% del loro patrimonio nel settore informatico. Anche i fondi a reddito globale a più alto rendimento sono stati piuttosto leggeri in questi settori. Fidelity Global Enhanced Income, che aveva un rendimento del 4,6% alla fine di gennaio, deteneva solo 12,7% delle sue attività nel settore tecnologico, contro circa il 22% dell'indice MSCI World.

Ad ogni modo il quadro è piuttosto contrastato: alcuni fondi rimangono più o meno in linea con le ponderazioni tecnologiche e statunitensi dell'MSCI World, mentre altri si discostano. Anche in merito all'esposizione alle big tech. Murray International, per esempio, non contava nessuno dei giganti tecnologici statunitensi tra le sue 20 maggiori posizioni alla fine del 2021. Di contro Microsoft pesava per l'8,3% sul portafoglio % di Aegon Global Equity Income alla fine di novembre. Un dato questo che però, a ben vedere, non sorprende. CFRA ha notato infatti il payout di Microsoft nel 2004 era di appena 0,32 dollari ad azione, mentre oggi è di 2,24 ad azione.

Se dunque gli aumenti dei dividendi tecnologici dovessero continuare anche nel 2022, è probabile che sempre più gestori di reddito globale si tuffino nel settore e al contempo sostengano nomi diversi dalle big tech.
Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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