Stando ai dati di S&P Dow Jones Indices non solo 44 delle 776 società IT dell’S&P 500 hanno pagato un dividendo, ma quasi tutte lo hanno aumentato
Normalmente nei fondi di equity income che puntano a garantire un reddito fisso da dividendo ai propri sottoscrittori, il settore tecnologico ha un peso marginale
Questa recente tendenza non è stata catturata dai fondi. Secondo Rosenbluth la tecnologia è infatti spesso sottorappresentata negli etf che si concentrano su azioni che hanno un lungo record di crescita dei dividendi. Per esempio sia lo SPDR S&P Global Dividend Aristocrats Ucits che il suo equivalente statunitense, lo SPDR S&P US Dividend Aristocrats Ucits ETF investono poco più del 3% del loro patrimonio nel settore informatico. Anche i fondi a reddito globale a più alto rendimento sono stati piuttosto leggeri in questi settori. Fidelity Global Enhanced Income, che aveva un rendimento del 4,6% alla fine di gennaio, deteneva solo 12,7% delle sue attività nel settore tecnologico, contro circa il 22% dell’indice MSCI World.
Ad ogni modo il quadro è piuttosto contrastato: alcuni fondi rimangono più o meno in linea con le ponderazioni tecnologiche e statunitensi dell’MSCI World, mentre altri si discostano. Anche in merito all’esposizione alle big tech. Murray International, per esempio, non contava nessuno dei giganti tecnologici statunitensi tra le sue 20 maggiori posizioni alla fine del 2021. Di contro Microsoft pesava per l’8,3% sul portafoglio % di Aegon Global Equity Income alla fine di novembre. Un dato questo che però, a ben vedere, non sorprende. CFRA ha notato infatti il payout di Microsoft nel 2004 era di appena 0,32 dollari ad azione, mentre oggi è di 2,24 ad azione.
Se dunque gli aumenti dei dividendi tecnologici dovessero continuare anche nel 2022, è probabile che sempre più gestori di reddito globale si tuffino nel settore e al contempo sostengano nomi diversi dalle big tech.