27 emittenti hanno dichiarato il fallimento solo nel mese di luglio
Per gli analisti il tasso di insolvenza salirà all’8,8% entro la fine dell’anno per poi toccare il 9,3% nel primo trimestre del 2021
Prevista una contrazione dello spread high yield statunitense nei prossimi quattro trimestri
In termini di distribuzione geografica, il Nord America fa i conti con 103 default, di cui 99 negli Stati Uniti e quattro in Canada, seguito da Europa (15), Asia-Pacifico (12), America Latina (otto), Medio Oriente e Africa (due). Otto dei 27 default del mese di luglio hanno riguardato debiti di oltre un miliardo ciascuno, con Noble holding international limited (unità di Noble corporation plc, società londinese di perforazione offshore) che da sola ha registrato circa quattro miliardi di dollari di debito insoluto.
E il picco non è stato ancora raggiunto. Secondo gli analisti, il tasso di insolvenza salirà all’8,8% entro la fine dell’anno per poi toccare il 9,3% nel primo trimestre del 2021 e iniziare a scendere verso il 7,5% entro luglio. La natura insolita dell’attuale recessione, spiegano, fa sì che la ripresa nella seconda metà dell’anno potrebbe essere relativamente modesta. “Prevediamo che lo spread high yield statunitense si restringerà nei prossimi quattro trimestri e scenderà a 448 punti base tra maggio e luglio 2021”, aggiungono. Il tasso di disoccupazione statunitense, invece, potrebbe oscillare nello stesso periodo tra l’8,5% e il 9,9%, tenendo conto che la Federal Reserve continui con le proprie iniezioni di liquidità.
Ma gli indici obbligazionari stanno prezzando questi dati? Le obbligazioni high yield globali guadagnano lo 0,34% da inizio anno, mentre il corrispettivo paniere europeo cede il 2,5% circa, a fronte di una performance del 5,5% per i governativi globali e del 3,16% per i titoli di Stato europei. Intanto, dopo una violenta fiammata degli spread di credito registrata a marzo, il differenziale di rendimento dei titoli speculativi americani rispetto alle emissioni del Tesoro è sceso rapidamente, posizionandosi attorno ai livelli di inizio 2019. Le performance dell’universo speculativo continueranno a essere dettate dall’andamento dei numeri macroeconomici, che nell’ultima fase sembrano superare positivamente le attese, ma potrebbero deteriorarsi ulteriormente nella seconda metà dell’anno.