Per la maggior parte degli intermediari l’automazione dei processi è iniziata prima del 2020, ma la pandemia ha rappresentato un acceleratore per la digital transformation in generale
I brokers sembrano essere gli intermediari che nella seconda parte del 2020 hanno investito di più nella digitalizzazione del proprio business
La digitalizzazione non rappresenta per la maggior parte degli intervistati un rischio in termini di disintermediazione
Intermediari assicurativi sempre più consapevoli dell’importanza del digitale e del mondo insurtech. I brokers sembrano essere gli intermediari che nella seconda parte del 2020 hanno investito di più nella digitalizzazione del proprio business. Cresce la percentuale di intermediari che si dichiara soddisfatto del livello di digitalizzazione raggiunto dalla propria struttura. E il livello di automazione dei principali processi di agenzia, in particolare per quanto riguarda la Gestione dei sinistri, mentre i processi relativi alla gestione di incassi/pagamenti e di emissione risultano, in linea con i risultati 2020, già pienamente automatizzati per la maggior parte degli intermediari intervistati. E dunque, secondo la ricerca pubblicata dall’Italian insurtech association (Iia) nel corso del 2020 gli intermediari intervistati hanno inoltre fatto ricorso a modalità di contatto a distanza con i clienti, attraverso l’utilizzo di piattaforme di video-conference, e più di un intermediario ha dichiarato di essere positivamente colpito da queste nuove soluzioni di contatto con i clienti.
“La possibilità di vendere direttamente online rappresenta però ancora un traguardo lontano, con più dell’80% degli intermediari che dichiara di non avere ne un sito ne di aver realizzato un’app di agenzia, soprattutto a causa della mancanza di competenze tecniche per lo sviluppo di questi strumenti”, si legge dal report.
Da sottolineare come per la maggior parte degli intermediari l’automazione dei processi è iniziata prima del 2020, ma la pandemia ha rappresentato un acceleratore per la digital transformation in generale. Nonostante ciò non la strada da fare è ancora tanta. E infatti la presenza di barriere culturali si conferma essere il principale ostacolo da superare per una maggiore digitalizzazione. A questo si aggiunge anche la presenza di strumenti e piattaforme forniti non ancora ritenuti pienamente idonei dagli intermediari. Ma non tutto è perduto, dato che solo il 20% degli intervistati ha infatti dichiarato che non sta modificando l’organizzazione della propria agenzia per adattarsi alle evoluzioni della tecnologia.
“Si conferma comunque la forte propensione degli intermediari verso la digitalizzazione ritenuta, così come nella survey 2020, un elemento fondamentale per essere competitivi oggi. Digitalizzazione che non rappresenta per la maggior parte degli intervistati un rischio in termini di disintermediazione, in quanto agenti e brokers si sentono ancora forti nel loro ruolo di consulenti in grado di analizzare insieme al cliente, bisogni è necessità di questo e di proporre la soluzione migliore”, sottolinea il report. E infatti il 58% ritiene il consumatore abbastanza pronto per la digital insurance, in quanto fattori come l’età media del potenziale cliente e la tipologia della copertura proposta influiscono significativamente sulla risposta.
I brokers sembrano essere gli intermediari che nella seconda parte del 2020 hanno investito di più nella digitalizzazione del proprio businessLa digitalizzazione non rappresenta per la maggior parte degli intervistati un rischio in termini di disintermediazione
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