Il mercato analytics supererà i 2 miliardi di euro entro la fine dell’anno (+13%)
La crescita è trainata soprattutto dalla componente software (+17%)
Guardando alle piccole e medie imprese, il 44% ha investito in analytics nel 2021 o stima di farlo entro la fine dell’anno e un ulteriore 44% riconosce che la crisi pandemica abbia rivestito un ruolo determinante nell’acquisire maggiore consapevolezza sulla necessità di valorizzare i dati a disposizione. Ma si riscontra una certa differenza di “maturità” tra le medie e le piccole: il 58% delle prime ha investito in risorse fisiche o umane di analytics o prevede di farlo entro fine anno, a fronte del 41% delle seconde. Inoltre, il 62% delle pmi svolge analisi predittive ma appena il 14% mette in campo sperimentazioni di advanced analytics.
Eppure, è aumentato in generale il numero di aziende che ha avviato almeno una sperimentazione in questo ambito nell’ultimo triennio (in crescita di otto punti percentuali sul 2020). Due su tre dichiarano di vantare almeno un data analyst al proprio interno, il 59% di aver internalizzato la figura del data engineer e il 49% di aver almeno un data scientist. Una situazione di sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno. Anche se, si precisa nel rapporto, chi aveva già introdotto queste figure in passato ha continuato a investire in questa direzione (per esempio nel 28% delle grandi imprese il numero di data scientist è addirittura aumentato).
Ciononostante, spiega Carlo Vercellis, responsabile scientifico dell’Osservatorio big data & business analytics, poche aziende italiane possono essere considerate oggi “veramente data driven, cioè capaci di portare l’intera organizzazione a una piena valorizzazione dei dati a disposizione”. Di conseguenza, aggiunge, affinché la data science “abbia un impatto concreto, è necessario creare una cultura dei dati che, a diversi livelli, avvicini sempre più lavoratori a un uso quotidiano di insight e risultati delle analisi”. La prossima sfida per le imprese, aggiunge Alessandro Piva, responsabile della ricerca dell’Osservatorio big data & business analytics, sarà quella di “sviluppare una data-driven strategy basata su competenze e iniziative mature in tutte e tre le sue dimensioni, che sono il data management, la data science e la data literacy, su cui ad oggi emergono ancora percorsi sbilanciati”.